L’analisi di Facco, saggista dell’antipolitica: “I grillini? Pienamente politici” (Adnkronos)

del 9 Maggio 2012

Da Adnkronos – 8 maggio 2012
L’autore di Elogio dell’antipolitica da anni impegnato nell’osservazione dei movimenti italiani spiega all’Adnkronos: “II Movimento 5 stelle è una novità ma ben dentro la politica con idee e programmi. La vera antipolitica è l’astensione”. Poi avverte: “Occhio alla sorpresa di Veneto Stato, sembra la Lega delle origini”
Movimento 5 stelle promosso “pienamente politico”, Lega in declino, centrodestra volatile ma probabilmente reattivo, Pd al riparo della sua tradizionale solidità. Sono, in sintesi, le valutazioni del saggista della cosiddetta antipolitica, Leonardo Facco, autore di “Elogio dell’antipolitica” (Rubbettino) e da anni impegnato nell’osservazione dei movimenti politici italiani e un occhio particolare alla Lega per le sue origini popolane (suo, tra l’altro, “Umberto Magno – La vera storia dell’imperatore della Padania”, in cui pronosticava gli sviluppi del Senatur nelle modalità poi effettivamente viste).

“Sgombriamo subito il campo dalla vulgata ‘grillini uguale antipolitica’ – esordisce Facco con l’Adnkronos -:è tutto l’opposto, sono pienamente politici, hanno idee e programmi. L’equivoco nasce dalla personalità del loro cosiddetto megafono, Beppe Grillo. In realtà sono una novità ma ben dentro la politica. L’equivoco Grillo ha portato almeno la metà dei loro voti, persone che non hanno avuto nessun interesse a votare il programma ma la protesta grillina”. Queste amministrative hanno dato segnali inequivoci, sottolinea Facco, e quello più antipolitico di tutti “è l’astensione, non certo il voto al Movimento 5 Stelle: 35%, poteva essere maggiore ma comunque si tratta pure sempre di un 6-7% sopra la media storica”. Ma per osservare davvero l’incidenza dell’astensione come antipolitica, ammette, “bisognerà aspettare le elezioni politiche”. Chiarito che in questa tornata “non esiste una sconfitta della politica”, per Facco la palma nera della de’bacle assoluta, invece, “va proprio alla Lega, anche se qualche amministrazione l’ha tenuta. Ma osservando bene si vede che l’unico vero successo è di Tosi, l’antileghista per eccellenza. In tutto il resto il Carroccio – prosegue – non ha più niente da dire, ha perso in roccaforti storiche e non solo a casa di Bossi ma anche in quelle di Maroni e Calderoli”.
Poco meglio se la passano, continua, Pdl e Terzo Polo. “II primo ha dimostrato estrema volatilità, ma di sicuro Berlusconi sta pensando a come ribaltare la situazione, magari restando dietro le quinte. I cosiddetti ‘moderati del futuro’ invece dovranno capire cos’è successo e trovare una linea nuova”. Sostanziale successo ma di tenuta per il Pd “essenzialmente per le sue caratteristiche di partito vero, tradizionale, radicato, con legami forti nel territorio e l’orgoglio di essere erede di una tradizione forte”.

AI di sotto, o forse a lato, di successi e insuccessi di partiti noti, segnala infine Facco, esistono però altre realtà e formazioni “sottovalutate, come fu per la Lega degli inizi: mi riferisco soprattutto a Veneto Stato, che nei comuni dove era presente ha ottenuto il 5% in media, come il Carroccio delle origini che però nessuno osservava, e a Susegana in provincia di Treviso ha fatto eleggere un consigliere con il 10,5%. Il leader è un ex Udc, e propongono l’indipendenza del Veneto dall’Italia ma in chiave più liberista che xenofoba. Il Veneto ora è una polveriera – conclude Facco -, si vedano i suicidi degli imprenditori, e potrebbe rivelarsi la prossima sorpresa”.

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