Quale democrazia in tempo di globalizzazione? (laciviltacattolica.it)

di Annalisa Latartara, del 7 Novembre 2020

Domenico Santangelo

Quale democrazia in tempo di globalizzazione?

Analisi etico-politica e valutazione della concezione di Amartya Kumar Sen alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa

Questo libro è un’analisi della democrazia attraverso due scuole di pensiero: quella laica di Amartya Kumar Sen e quella della dottrina sociale della Chiesa. È il frutto del lavoro di ricerca condotto dal sacerdote Domenico Santangelo, professore di Teologia morale presso l’ISSR Ecclesia Mater di Roma, su un terreno multidisciplinare tra filosofia, economia, politica, morale e teologia.

Il libro è diviso in quattro capitoli. Il primo spazia dal concetto di democrazia alla sua evoluzione nel pensiero politico e alla sua applicazione pratica dalla Grecia antica all’età contemporanea. Il secondo capitolo è dedicato alla crescita e ai nuovi orizzonti della globalizzazione – alle complessità e alle sfaccettature di un processo in piena evoluzione che investe la democrazia. L’autore approfondisce le principali conseguenze della globalizzazione – le disuguaglianze, la crescente povertà, la concentrazione della ricchezza e del potere economico in fasce ristrette – e auspica un ritorno al primato del politico, per costruire una governance globale.

Tali questioni introducono il tema del rapporto fra la globalizzazione e una democrazia ancorata ai valori etici nel pensiero del filosofo indiano Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998 e una delle voci più originali nel dibattito sulla globalizzazione e sui temi del welfare, della giustizia sociale, dei diritti umani, della povertà e delle disuguaglianze. Le sue teorie, trattate nel terzo e quarto capitolo, gettano un ponte fra i temi dello sviluppo e dell’economia e l’etica, tracciando un quadro valoriale per un progetto di democrazia globale capace di assicurare sviluppo e benessere non soltanto sotto il profilo economico.

Sen considera il processo di globalizzazione «un fattore di crescita economica e di diffusione del benessere» (p. 156), come la democrazia e la libertà, mentre è critico verso le teorie tradizionali che valutano la crescita e lo sviluppo solo in base a parametri di natura economica, come il reddito, il Pil, i livelli di industrializzazione. Uno dei contributi più importanti da lui forniti è la ridefinizione dei concetti di sviluppo e benessere alla luce delle capacità (capability approach), della libertà di accesso alle risorse e ai mezzi economici da parte dei singoli e dei gruppi sociali.

Nel quarto capitolo l’autore propone una lettura della democrazia globale e del pensiero seniano secondo una prospettiva teologico-morale, dopo aver ripercorso il rapporto fra dottrina sociale della Chiesa e democrazia politica attraverso encicliche e documenti pontifici a partire da Leone XIII. Ponendosi dal punto di vista del magistero cattolico, Santangelo individua alcuni aspetti critici delle teorie seniane, in particolare nella riflessione sul rapporto religione-politica e nell’assenza della dimensione del Trascendente in senso cristiano: in Sen, «l’altro non si apre all’Altro» (p. 327). Una profonda divergenza, giustificata dall’impostazione di Sen filosofo agnostico e post-metafisico. In realtà, lo studio sul rapporto democrazia-globalizzazione, sottolinea l’A., non può escludere l’indagine teologica, intesa come «riflessione critica sull’esperienza della salvezza nella storia» (p. 380).

Il punto di arrivo della ricerca è costituito da una proposta di democrazia globale ispirata a un modello etico basato sull’inviolabilità della dignità della persona – tema cruciale su cui convergono la dottrina sociale della Chiesa e il pensiero seniano – che contempli un sistema di relazioni volto a stabilire una reale inclusione e una pace duratura e a dare vita a una governance globale per un’unica comunità, quella della famiglia umana.

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