Autoscatti, emozioni allo specchio (Gazzetta di Parma)

di Stefania Provinciali, del 27 Novembre 2013

dalla Gazzetta di Parma del 27 Novembre

Il corpo, tema centrale dell’arte contemporanea. E’ stato soprattutto il mezzo fotografico a dare al corpo nuove prospettive di rappresentazione proponendo percorsi diversi all’interno di un campo molto esteso. Diversi sono stati anche i temi nell’ambito della produzione e dell’interpretazione di un tema in cui il recupero della centralità dell’uomo ha portato negli ultimi decenni ad una rilegittimazione della presenza del corpo nell’arte. Il freddo distacco dell’epoca modernista, e non solo, è stato, infatti, superato ed il corpo, viscerale e vulnerabile, è sentito oggi come un potente mezzo per dar voce all’esperienza vissuta, come strumento di indagine estetica e formale, aprendo un varco proprio là dove il confine tra il corpo umano e il mondo nella sua più ampia accezione, è ancora incerto e fluttuante. In questo contesto il volume del critico d’arte Giorgio Bonomi «Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea», Rubbettino Editore, che verrà presentato domani, alle 17 a Palazzo Giordani, in viale Martiri della Libertà 15 (presente l’autore), offre un importante scorcio sulla tematica che, pur già ampia e inevitabilmente suggestiva, si apre a future proposte. «L’autorappresentazione e la ricerca della propria identità sottendono dei problemi ai quali la filosofia, fin dalle origini, ha cercato di dare risposte» osserva il critico nella sua introduzione, guardando all’ampia ed infinita serie di risposte che il pensiero, sotteso all’immagine, può offrire. Immagine che rimane, comunque, la protagonista dí queste pagine, oltre quattrocento, dove si alternano le soluzioni visive di artisti celeberrimi e di altri meno famosi, di artisti il cui approccio all’autoscatto è stato solo un esperimento creativo e di artisti che invece all’autoscatto hanno dedicato la loro opera complessiva, documentando l’estensione di un fenomeno in costante evoluzione. Sono oltre 700 i nomi raccolti e documentati, dagli anni ’70 ad oggi, con riferimenti storici a Duchamp e Man Ray, alla grande stagione della Body Art fino a quella trasformazione «hard» e «trash» indice della decadenza e dell’incapacità di una risposta progressiva nella società degli anni ’80 e ’90. Otto i capitoli più le appendici che indicano come l’autoscatto è stato affrontato dagli autori attraverso la ricerca della propria identità, con il travestimento, con la narrazione, la sperimentazione, la denuncia. Il lettore potrà poi trovare riscontri in una lettura personale delle opere, che a tratti appare forte, drammatica, allusiva a grida di dolore dell’io, altre volte dolce, elegante, suadente, lasciando libero il desiderio di identificazione filosofica, psicologica, morale. In occasione della presentazione del volume saranno esposte (fino al 31 dicembre) le opere degli artisti del nostro territorio presenti in queste pagine. Sono Buzzi, Circhirillo, Falbo, Orzi, Sassi, Tagliaferro. Hanno partecipato con suggerimenti, indicazioni ed invio di materiali la Galleria Niccoli di Parma e l’Archivio Aldo Tagliaferro di Traversetolo. Le altre opere in mostra (Vukaj, Pellicani, Romitelli, Pratizzoli), indicano il futuro, un altro volume, forse, per un tema destinato a non esaurirsi. Da sottolineare, infine, che l’autoscatto è una pratica soprattutto delle artiste, e che il corpo viene definito nel titolo «solitario» perché tale tecnica è eseguita in solitudine. «Il corpo solitario» si impone così come testimonianza, nella società massificata, di malessere ma anche come possibilità di evasione e di salvezza.

di Stefania Provinciali

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