Da Sciascia ad Impastato la Sicilia di Rubbettino

del 23 Novembre 2012

01_Rosario_RubbettinoDa La Repubblica – 23 novembre 2012

I quarant’anni della casa editrice calabrese e il lungo rapporto con l’Isola. La mafia, certo, ma anche un personaggio, allora non ancora riscoperto, come Peppino Impastato e il lancio di una scrittrice, allora sconosciuta come Giuseppina Torregrossa.

C’è tanta Sicilia nei quarant’anni della casa editrice calabrese Rubbettino, testimonianza che i quaranta siano un’età perfetta, grazie al giusto dosaggio di maturità ed energie, anche per le attività imprenditoriali. A spegnere le candeline ed a festeggiare con giusto orgoglio sono i titolari della casa editrice nata quaranta anni fa, appunto, in un scantinato di Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, grazie ad un azzardo di Rosario Rubbettino, che, con la tipica caparbia calabrese, ha trasformato una piccola stamperia in azienda tipografica e, soprattutto, in una realtà editoriale che oggi può vantare un catalogo di duemila titoli, suddivisi tra cinquanta collane. Ogni anno sono mediamente un centinaio i nuovi libri che vengono pubblicati con diffusione che varca anche i confini nazionali. La pro duzione editoriale è principalmente orientata alla saggistica, anche se non mancano letteratura e poesia, con un occhio sempre puntato alla difficile e complessa realtà del Sud. Sempre molto forte il legame con la Sicilia: sin dagli esordi, la Rubbettino ha pubblicato libri che affrontavano il tema della mafia quando molti editori isolani non osavano. Tra questi, “La mafia durante il fascismo” di Cristopher Duggan, allievo di Dennis Mac Smith, che fruttò l’accesa recensione di Leonardo Sciascia sul Corriere uscita con il titolo “I professionisti dell’antimafia”, capace di provocare un’infinita scia di polemiche ed equivoci. E dello scrittore di Racalmuto la Rubbettino ha pubblicato
da poco con il titolo “Lettere dal centro del mondo 1951-1988” la fitta corrispondenza con Mario
La Cava: lettere che rivelano i retroscena privati e le difficoltà che diedero origine alle opere dei due scrittori. Ma sono davvero tanti i testi sulla Sicilia: tra questi, “L’eretico” il libro di Nino Amadore su Mimì La Cavera, l’industriale “rosso”, la biografia di Peppino Impastato, scritta da Salvo Vitale, dalla quale è stato tratto il film “I cento passi”, e “L’assaggiatrice”, il racconto che segnò l’esordio di Giuseppina Torregrossa. Nel 2000, alla scomparsa del fondatore, le redini sono state prese in mano dai due figli, Florindo e Marco. «Rubbettino ha la testa piantata nel Mezzogiorno ed i piedi in Europa- dicono gli editori, nel senso
che ha il Sud trai suoi interessi principali ma i cui confini non si fermano a Napoli. Il Sud è un punto di osservazione sull’Europa e sul mondo. Solo così si supera il provincialismo senza abdicare alla propria identità».

di Antonella Scandone

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