Ustica, un libro contro l’ipotesi della battaglia aerea (lastampa.it)

di Luigi Grassia, del 16 Giugno 2021

Leonardo Tricarico, Gregory Alegi

Ustica, un’ingiustizia civile

Perché lo Stato pagherà 300 milioni per una battaglia aerea che non c'è mai stata

Bisogna avere la mente aperta per leggere questo libro, perché in Italia tutta l’opinione pubblica (sostenuta dai tribunali civili) è certa che l’aereo di Ustica (1980, ottantuno vittime) sia stato abbattuto da un missile, mentre fuori dai nostri confini i tecnici (sostenuti da molti loro colleghi italiani, e anche dalle sentenze dei tribunali penali italiani) dicono che la tragedia è stata causata da una bomba. Noi non prendiamo posizione, ma riteniamo che sia compito dell’informazione dare voce anche alle tesi controcorrente; e su quest’argomento la tesi controcorrente in Italia è quella della bomba.

Gli autori di “Ustica, un’ingiustizia civile. Perché lo Stato pagherà 300 milioni per una battaglia aerea che non c’è mai stata” (Rubettino, 290 pagine, 18 euro) sono il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, e Gregory Alegi, docente universitario, storico e giornalista, che fra altre attività ha insegnato Storia dell’aviazione all’Accademia aeronautica. Spiegano Tricarico e Alegi: «Le sentenze civili condannano lo Stato italiano a pagare 300 milioni di euro di risarcimenti per l’abbattimento del DC-9 in una battaglia aerea che però secondo le sentenze penali non c’è mai stata». In particolare, gli autori ritengono di poter documentare che il Mig libico, forse legato in qualche modo alla strage, sia in realtà caduto sulla Sila il 18 luglio 1980, cioè tre settimane dopo la distruzione del DC-9 Itavia; inoltre il libro dà risalto alle analisi dei periti che non hanno trovato alcun foro d’entrata di un missile sui resti dell’aereo recuperati in mare, e invece hanno rinvenuto tracce di esplosione interna. La questione ovviamente non si risolve in poche righe; nella contraddizione fra le sentenze civili e penali il dibattito resta aperto.