Turi, la lotta armata del Pci dalla Volante rossa a Moro (Avvenire)

del 3 Giugno 2013

Da Avvenire del 1 giugno 2013

Rocco Turi con Storia segreta del Pci compie la più eclatante opera di revisione della storia italiana del dopoguerra. Già nel 2004, con la pubblicazione di Gladio Rossa, edito da Marsilio, grazie a una ricerca molto documentata sull’emigrazione italiana in  Cecoslovacchia, l’autore scopre e ricostruisce il fenomeno dei partigiani riparati nel Paese d’oltre cortina per gravi reati commessi in Italia dopo la Liberazione. Le sue fonti: le testimonianze degli stessi partigiani e le numerose carte dei ministeri italiani, desecretate e rese accessibili. Tra i primi esuli incontrati, Antonio Campolunghi, Sauro Ballardini e numerosi altri: Paggio, Toffanini, Minutello. Tra i testimoni autorevoli, l’ ex ministro dell’Interno cecoslovacco Rudolf Barak Nel suo primo libro Turi, attraverso la lente d’ingrandimento della sua inchiesta, prendeva in esame le strutture, gli strumenti operativi e le oscure dinamiche del complesso rapporto fra Partito Comunista Cecoslovacco e Partito Comunista Italiano. Nel libro appena edito, invece, Turi ripercorre, con precisione anatomica, attraverso la sequenza cronologica degli eventi, gli intrecci e le trame oscure e inquietanti della storia clandestina del Pci e approfondisce con rigore scientifico i singoli capitoli di questa lunga e complessa trama (il libro è un manuale di indagine storico politica). A partire dalla Volante Rossa, organizzazione comunista eversiva e clandestina, il fil rouge si dipana fino a collegarsi direttamente con le origini, la storia e la parabola conclusiva delle Brigate Rosse, che culminerà con il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro. L’analisi dello studioso, il quale da circa trent’anni indaga e analizza i nodi irrisolti della storia italiana, riesce con prove scientifiche alla mano a dimostrare la strategia e il collegamento dell’ala sovietica del Pci con i servizi segreti sovietici e cecoslovacchi. La “storia segreta” parte dal gruppo terroristico della Volante Rossa, il quale nel dopoguerra a Milano ha compiuto numerosi attentati, ferendo e uccidendo fascisti e persone inermi. I protagonisti – Giulio Paggio, Paolo Finardi e Natale Burano – aiutati dal Pci, espatriano in Cecoslovacchia e a Praga collaborano attivamente con la scuola di sabotaggio e terrorismo. Il 3 luglio 1952, dopo il tentativo fallito di invasione dell’Italia, il giornalista Sandro Paternostro scriverà su “Il tempo” l’articolo: Sabotatori per l’Italia istruiti da Moranino a Praga. Tra le rivelazioni scioccanti, la presenza di italiani ex prigionieri in Russia (i soldati dell’Armir) considerati dispersi, utilizzati per finalità eversive da Francesco Moranino – partigiano, a capo delle brigate garibaldine del Biellese, dopo la guerra fu eletto al Parlamento, venne processato in contumacia per la strage della missione Strassera e condannato all’ergastolo, venne graziato nel 1965 dal presidente Giuseppe Saragat. Lo stesso Turi, all’indomani del sequestro Moro, scriverà alcuni articoli dimostrando l’esistenza in Cecoslovacchia di campi scuola per terroristi stranieri e italiani: da Feltrinelli e Viel a Franceschini e Curcio, fino ai protagonisti dell’uccisione della scorta di Moro e del suo sequestro. Delle tre generazioni di brigatisti, la terza, con a capo Moretti, è quella che, in collegamento con Mosca e Praga, ha cercato di impedire con le armi il compromesso storico fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista. La conclusione, sempre smentita dagli organi inquirenti e dallo Stato, è che le Br siano state eterodirette. La provocazione del libro lascia aperti al lettore quelli che sono i nodi irrisolti della storia italiana: la guerra civile fredda, la pacificazione nazionale e il sentimento d’identità del popolo italiano.

Di Giorgio Tabanelli

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