Volonté: la famiglia via d’uscita dalla crisi (Avvenire)

del 30 Aprile 2013

Da Avvenire 30 aprile 2013

Tanto la crisi economica e sociale su scala europea è complessa, quanto la direzione per trovare la via d’uscita può essere relativamente semplice da individuare, a chi accetti – beninteso – di guardare la realtà sociale per quello che è. Se si ragiona secondo questa linea di buon senso, le pietre miliari che indicano la via possono ridursi a quattro: la famiglia, i giovani, l’ascolto dei poveri, il volontariato. E l’idea guida che Luca Volonté affida a «Europa-Italia.
Quattro sfide per lo sviluppo» (Rubbettino, I 26 pagine, 13 euro, prefazione di Andrea Riccardi) argomentandola a partire dalla solida documentazione di esperienze, riflessioni e dati raccolti ed elaborati nell’intensa esperienza presso le istituzioni italiane europee che ha fatto dell’esponente udc uno dei punti di riferimento per la tutela e la promozione della famiglia e della vita su scala europea. In particolare è nella poliforme realtà del Consiglio d’Europa – dove dal 2010 e apprezzato capogruppo del Partito popolare all’interno dell’assemblea parlamentare – che Volonté ha maturato la persuasione secondo la quale la politica non può prescindere dall’inestimabile patrimonio delle entità sociali primarie per reperire le risorse morali che mettano I Europa nelle condizioni di rialzare la testa. E anzitutto alla famiglia che Volonté, dedicandole la prima parte del volume, nella convinzione che «una politica familiare a tutto tondo dovrebbe rappresentare una priorità per ogni Stato europeo», e più precisamente «per ogni parlamento degli Stati membri dell’Unione». In concreto, una nuova iniziativa su questo fronte oggi indiscutibilmente decisivo «dovrebbe mettere in relazione problemi quali il reddito, l’assistenza all’infanzia, l’uguaglianza tra i generi, l’istruzione, i servizi sociali e culturali, la solidarietà intergenerazionale, la fornitura di infrastrutture e la pianificazione urbanistica». Una elementare ma dirompente rivoluzione copernicana: la famiglia come baricentro delle scelte, per la semplice constatazione che «con i suoi legami è la principale struttura sociale in grado di alleviare gran parte delle conseguenze negative della recessione». E alla luce di quanto stiamo osservando è davvero difficile affermare credibilmente altro. Così come s’impone ormai con tutta evidenza l’idea che l’Europa abbia il primario dovere di coltivare il talento e la speranza dei suoi giovani, anzitutto rovesciando il negativo trend demografico, guardando poi con fattiva simpatia a quanti si battono per la solidarietà, l’integrazione e l’accoglienza delle troppe povertà inascoltate. Lo sviluppo – quello vero – passa di qui.

Francesco Ognibene

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