Un Psi di rottura, non di innovazione (Il Sole 24 Ore)

di Piero Craveri, del 29 Maggio 2013

Da Il Sole 24 Ore – 26 maggio 2013

Si sono accumulati molti materiali e contributi su Bettino Craxi, alcuni con vero e proprio taglio storiografico, utili a far uscire la figura del leader socialista dal limbo delle polemiche politiche e a mettere in luce quanto e come abbia segnato la storia italiana, soprattutto degli anni ’80. Questo saggio di Andrea Spiri, La svolta socialista, percorre la prima fase della sua parabola ascendente, dal 1976 al 1981, quando il Congresso del Psi di Palermo lo elesse quasi plebiscitariamente segretario politico, mettendo fine ad una prassi di gestione collegiale che durava quasi da un secolo, con le sue concorrenti in un equilibrio sempre instabile. All’interno del suo partito innovò profondamente le prassi, dando ad esso una configurazione più moderna. Non altrettanto avvenne tra le altre maggiori forze politiche, tantomeno quanto alla cornice istituzionale nella quale si muovevano, senza fare così alcun complessivo passo in avanti. Ma le innovazioni apportate da Craxi non si limitarono al partito.

Questo lavoro di Spiri ha il pregio di essere puntuale, non divaga, ma segnala con precisione il significato degli eventi. L’altra importante innovazione fu di carattere culturale ed ideologico. Pare, a ripensarci oggi, un dato di sapore archeologico ma, malgrado un quindicennio di collaborazione di centrosinistra, l’impianto ideologico-politico del socialismo italiano era ancora quello del primo dopoguerra, debole nel suo confronto con i comunisti e arretrato rispetto ai partiti socialisti europei che già dagli anni ’50 erano andati ben oltre.

Un adeguamento che si compì anche nel Psi solo con Craxi, attraverso un vivace dibattito culturale e politico di cui in questo libro si danno tutti i riferimenti. Le culture politiche della prima Repubblica erano, rispetto ai tempi, quasi tutte assai vecchie, non in grado di cogliere le profonde trasformazioni degli anni ’70 e ’80 e le modifiche degli scenari nazionali ed internazionali che stavano verificandosi. Per questo sono scomparse e niente si è sostituito ad esse. L’innovazione craxiana era ancora fragile e non mise radici. Rimase una rottura più che un principio ricostruttivo. Mancava in fine del supporto di una strategia politica capace di modificare nel suo complesso quel sistema politico istituzionale che attende ancora ora di essere compiutamente rinnovato.

Di Piero Craveri

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