Intervista a Marco Lupis, marchese, giornalista, scrittore calabrese (globusmagazine.it)

di Chiara Fici, del 14 Luglio 2020

Marco Lupis

Il male inutile

Dal Kosovo a Timor Est, dal Chiapas a Bali le testimonianze di un reporter di guerra

Il marchese, giornalista, scrittore Marco Lupis Macedonio Palermo Di Santa Margherita è il vincitore del premio per la letteratura “Il città di Como”. Con il suo libro dal titolo “ I cannibali di Mao”. La giuria presieduta da Dacia Maraini Marco  orgoglio della sua terra la  verde Calabria! Ci parli, gentile Marco,  del premio che ha ricevuto a Como per il suo libro ” I cannibali di MAO La nuova Cina alla conquista del Mondo”

“Dopo i premi più noti, come lo Strega o il Campiello, il “Città di Como” è senz’altro un premio che negli anni ha acquisito sempre più autorevolezza. Vincere con “I cannibali di Mao”, giudicato “Miglior libro di giornalismo di viaggio dell’anno” è stata una grandissima soddisfazione, anche tenuto conto che nelle vari categorie del Premio i libri partecipanti erano alcune migliaia. Grande soddisfazione avere ottenuto questo riconoscimento da una giuria presieduta da Dacia Maraini e che al suo interno annoverava figure di estremo rilievo come il filosofo Giulio Giorello, recentemente scomparso. E’ stato molto bello”.

Cosa hai provato nel vedere il tuo libro pubblicato? È stato un sogno diventato realtà?

“In realtà è difficile per me dare una risposta a questa domanda, perché sono ormai da oltre trent’anni un “professionista della scrittura”, data la mia lunga attività giornalistica. Inoltre “I cannibali di Mao” non era il mio primo libro, prima ce n’è stato uno a cui tengo moltissimo, “Il Male Inutile” , sulle mie esperienze come corrispondente di guerra della aree più difficili del Mondo, e altri…. “Interviste del Secolo breve”, per esempio, è stato tradotto in otto lingue.  E’ vero però che ogni libro per il suo autore è davvero come un figlio: un emozione immensa e una benedizione, ogni volta. E un pezzo di te che si separa e intraprende una sua strada autonoma.”

I tre libri/autori/illustratori preferiti di quando eri bambino e di adesso.

“Da ragazzo ricordo di avere amata enormemente una serie di libri, mi pare stampata da Mondadori, che si chiamavano “i Gialli per ragazzi”.  Erano le avventure di un gruppo di ragazzi adolescenti che si improvvisavano investigatori a Londra, se non ricordo male. Ne ho un ricordo straordinario ancora adesso, anche se ho cercato di capire se esistono ancora sul mercato, ma senza successo. Non ne ricordo neppure il nome dell’autore o degli autori, e i titoli. In età adulta, avendo passato l’intera vita letteralmente a leggere libri, è difficile parlare di preferenze. Da adolescente mi innamorai di Pavese e ne ho divorato l’intera produzione letteraria. Poi ho adorato i libri di Alberto Vigevani, e la serie di gialli che hanno come protagonista il detective Pepe Carvalho, di Manuel Vasquez Montalban (dal quale per sua stessa ammissione Camilleri – che pure li ammirava molto – ha tratto il nome del suo protagonista, il commissario Montalbano) … E poi, naturalmente i libri del mio maestro e mentore, Tiziano Terzani, soprattutto quelli della sua prima produzione, in particolare – ovviamente direi- quelli sull’Asia”.

Dove hai trovato l’idea per questo libro e cosa ti ha insegnato?

“L’idea viene da quasi un quarto secolo di lavoro sulla Cina e dalla Cina, come corrispondente della maggiori testate italiane e di alcune non italiane. La voglia di raccontare come ho visto cambiare sotto i miei occhi, giorno per giorno, l’immensa Cina, per trasformarsi da gigantesco paese rurale-agricolo, nella superpotenza tecnologica che conosciamo oggi.  E poi c’è il mio amore per Hong Kong, che considero la mia seconda patria, dove è nata mia figlia Caterina e dove cerco di ritornare più spesso possibile”.

Nel tuo cassetto  c’è…che idea per un tuo prossimo libro?

“Il mio prossimo libro sarà proprio interamente dedicato ad Hong Kong e al mio sconfinato amore per questa città unica al Mondo, che in questo periodo sta affrontando tante sfide e difficoltà. Posso annunciarlo qui ufficialmente, in anteprima: uscirà a gennaio per i tipi de “il Mulino” nella collana “Intersezioni” e il titolo sarà “Hong Kong – nove draghi, mille isole”. Sarò in buona compagnia accanto ad autori ed intellettuali ben più prestigiosi di me, come per esempio i volumi del filosofo e storico Franco Cardini dedicati a Istanbul e a Gerusalemme, o a quello dello storico Paolo Macry su Napoli. “Nove draghi, mille isole”, sarà Un libro dove si dichiara la forza “di una storia d’amore, vissuta non con una persona, ma con una città” Hong Kong, appunto, mentre nelle  sue pagine ne attraverso la storia e le strade con lo spirito attento di un flaneur contemporaneo”.

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