Quell’astronauta sbarcato a Bari (Il Giornale)

di Marcello Veneziani, del 12 Settembre 2012

Da Il Giornale– 09 settembre 2012
Mario Monti è sbarcato a Bari come Armstrong sulla luna. Camminava fra i crateri della Fiera del Levante con lo stesso passo stralunato di chi discende su un altro pianeta, si guardava intorno come l’astronauta dietro i vetri del casco, aveva una tuta invisibile che lo preservava dalla contaminazione ambientale e ha detto anche lui la frase storica sul passo che dovrà compiere la subumanità meridionale per mettersi al passo col sistema solare tedesco-finanziario.Al suo fianco c’erano il sindaco di Bari, con cozza tricolore, e il governatore della Puglia con orecchino tirabaci. Monti ha disegnato il futuro del sud come leader dei paesi arabi. Gran cosa è riconoscersi nel Mediterraneo come perno strategico, vitale e geoculturale, altra cosa è dirlo da filotedeschi con ascendente banca: vuol dire africanizzare il sud.

Per rincuorarmi ho letto il bel libro di Lino Patruno, fresco di zecca, Ricomincio da sud. Patruno porta argomenti veri che smentiscono i luoghi comuni sul sud. Vorrei con tutto il cuore credere con lui che il sud salverà l’Italia e sarà il suo futuro. Forse accadrà, alla fine dei tempi; ma nel frattempo temo che questa speranza generosa sarà delusa. Vedo il sud sparire, fra ragazzi in fuga, indigeni appassiti, ceti spompati, più contorno di accidia, malapolitica e malavita, Specchio della nazione, ma con lente d’ingrandimento, il sud è all’ avanguardia del declino italo europeo; lo precede.

Però mi attacco con l’ottimismo della disperazione a quest’antropologia affettiva e mi ubriaco d’illusioni. In Lino veritas.

Di Marcello Veneziani

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