Clamorosa protesta dei tifosi del Chelsea e voci di esonero, ma Sarri non è sconfitto (sport.tiscali.it)

di Andrea Curreli, del 21 Marzo 2019

Nicola De Ianni

Maurizio Sarri

Una vita da raccontare

La panchina di Maurizio Sarri al Chelsea salterà a breve. Lo dicono i temibili bookmakersinglesi raccogliendo i malumori dei tifosi dei Blues che fanno pressione sulla dirigenza di Roman Abramovic. A Londra si moltiplicano le iniziative anti-Sarri da parte della tifoseria e arriva la clamorosa protesta di alcuni abbonati che hanno messo in vendita i propri posti per le prossime partite del Chelsea. Il “Sarrismo” non ha conquistato la Premier League e in Italia si moltiplicano le indiscrezioni su un ritorno a breve dell’allenatore tosco-napoletano. Roma e Inter le ipotesi più probabili. Sarri non commenta le voci sul suo futuro perché come lui stesso disse: “L’allenatore è come il pesce, dopo un po’ puzza”. Aveva presentato al Chelsea il suo progetto e chiesto solo un po’ di pazienza.

Sarri in un calcio votato al denaro  

Ma l’allenatore sa bene che in un calcio che dipende sempre più dal denaro i tempi sono rapidi e i risultati devono essere immediati. E tutto questo mal si concilia con Maurizio Sarri e con il suo modus vivendi nel dorato mondo del pallone. Perché la vita calcistica di Maurizio Sarri è stata caratterizzata da tempi lunghi e una graduale crescita che lo ha portato dai dilettanti alla lotta per lo scudetto. Una vita da raccontare, come recita il titolo del libro scritto da Nicola De Ianni (Rubbettino editore, 2019). Con l’occhio attento dell’economista e docente universitario e la passione del tifoso di calcio, De Ianni ricostruisce nel dettaglio la biografia del tecnico.

Il posto in banca e il calcio dilettantistico toscano 

Tanti aneddoti che si susseguono partendo dalla carriera calcistica sino all’addio al Napoli al termine della stagione 2017-18. Per capire il personaggio Sarri bisogna fare un salto negli anni Ottanta quando Maurizio era semplicemente il “bancario”, ovvero il dipendente della Banca Toscana. “L’esperienza in banca è un valore aggiunto, ho appreso il valore dell’organizzazione e della capacità decisionale”, disse una volta il tecnico. E De Ianni conferma che tutto è nato lì. “Seguiva il calcio e lo studiava nei suoi aspetti teorici e applicativi, ma il suo impegno da calciatore dilettante non lo coinvolgeva più di tanto”, scrive l’autore.

L’impiegato che studiava il calcio di Sacchi

Sarri quindi studia calcio e ammira Arrigo Sacchi che, come lui, “non aveva avuto una significativa carriera da calciatore”. Le sue squadre di allora si chiamano Stia, Fallese, Cavriglia, Antella, Valdema e Tegoleto. Una gavetta fatta tra Promozione ed Eccellenza. Tra mille sigarette, tante bestemmie e altrettanti riti scaramantici porta il Sansovino in C2 e la Sangiovannese in C1 e bussa nel calcio che conta. La prima “grande” a chiamarlo è il Pescara ma, ricorda De Ianni, la presentazione alla stampa e i tifosi avviene su internet perché “Sarri non era certo un nome famoso”. Salva gli abruzzesi e lascia. Il suo calcio è sacrificio e dedizione, ma anche variazione continua di schemi e soluzioni tattiche. Dal 2006 al 2011 il tosco-napoletano alterna dimissioni, esoneri e subentri cambiando tante piazze: Arezzo, Avellino, Verona, Perugia, Grosseto, Alessandria e Sorrento.

Il “Sarrismo” germoglia a Empoli

Sarri va avanti con l’ostinazione di chi sa che il duro lavoro alla fine sarà ripagato. Ma il “Sarrismo” poteva germogliare solo in Toscana e solo in un club che aveva un progetto chiaro. A Empoli ci sono un presidente, Fabrizio Corsi, e un ds, Marcello Carli, che vogliono puntare tutto sulla crescita dei giovani e sul bel gioco. Sarri viene scelto per questo e non ha vincoli di tempo. Il primo anno porta gli azzurri ai play-off e nel 2014 ottiene la promozione in quella Serie A, “raggiunta dopo 23 anni di carriera di cui quasi la metà in categorie minori”. L’anno dopo ottiene la clamorosa salvezza nella massima serie. A Empoli emerge chiaramente un altro aspetto di Sarri: non ama cambiare i giocatori (“la rosa utilizzata è ristretta”) e ha bisogno di lavorare con il suo staff in un ambiente con cui riesce a dialogare con la sua celebre schiettezza.

Il rifiuto al Cagliari, la favola Napoli e l’addio polemico

Nel 2015 Maurizio Sarri è il nuovo “guru” del calcio italiano. Lascia Empoli e riceve l’offerta del Cagliari. Il presidente rossoblù Giulini mette sul piatto un contratto triennale da 750 mila euro a stagione. Il tecnico rifiuta sostenendo di non amare l’aereo, ma pochi giorni dopo firma con il Napoli un contratto annuale con opzione sul secondo. E’ l’inizio di una favola che durerà tre anni, caratterizzati da un calcio bellissimo ma nessun titolo. Sono le stagioni del sogno scudetto, di una rivincita calcistica che potrebbe arrivare “25 anni dopo Maradona”. Ma la Juve è troppo forte e Sarri non riesce a fare il miracolo. E che si concluderà nel peggiore dei modi al termine del campionato 2017-18, “il più positivo dei tre  nonostante la delusione scudetto”. Secondo De Ianni, De Laurentiis propone un “nuovo ciclo” a Sarri ma il dialogo sul rinnovo si trasforma in una infinita polemica a distanza. La piazza si schiera con il suo tecnico e contro  “DeLa”. Alla fine il patron azzurro affida la panchina ad Ancelotti e Sarri prende la via di Londra. Il resto è storia dei nostri giorni.

 

Altre Rassegne