Gianfranco Manfredi, Librandi storie di uomini, vigneti e vini. Rubbettino Editore (lucianopignataro.it)

del 27 Dicembre 2020

Gianfranco Manfredi

Librandi

Storia di uomini, vigneti e vini

Un libro da non perdere, la storia straordinaria di due fratelli, Antonio e Nicodemo Librandi, che hanno fatto grande la viticultura calabrese raccogliendo e rilanciando una eredità familiare iniziata cento anni fa. Ci sono aziende in Italia il cui nome si identifica con una regione o con un vino, sono i grandi classici che non tramonteranno mai. Librandi vuol dire Calabria, una regione ancora tutta da scoprire che esce da più di 20 anni di isolamento per via della ricostruzione dell’autostrada del Mediterraneo.
Un libro realizzato da un editore veloce di pensiero e radicato nel proprio territorio, e due grandi firme: Cesare Pillon, ultimo grande testimone della prima generazione di italiani impegnati nella scrittura del vino, autore della prefazione, mentre Gianfranco Manfredi, altro grande professionista, un riferimento assoluto dell’enogastronomia calabrese, ha curato i testi di un volume bellissimo, da collezione.
Chi segue questo blog sa la mia passione per il Gaglioppo e della mia profonda convinzione che questa regione è una delle nuove frontiere dell’enogastronomia itaiana, siamo poco seguiti dal circo mediatico su questo terreno forse perchè ancora in anticipo sui tempi, ma è questione di poco ormai.

Antonio e Nicodemo Librandi hanno avuto molti meriti che cerchiamo di riassumere brevemente.
1-Hanno dato un volto moderno alla più antica viticultura italiana senza crogiolarsi nel passato olimpico, ma impegnandosi nella ricerca costante sul campo sia dei vitigni autoctoni che internazionali, collaborando con due grandi enologi: Severino Garofano e Donato Lanati. Con il primo hanno imposto alcuni vini, il Gravello sopra tutti da uve cabernet sauvignon e gaglioppo, all’attenzione nazionale.  Con il secondo sono stati capaci di imprimere una svolta attraverso lo snellimento e il dimagrimento dei rossi e la valorizzazione dei bianchi lanciando veri e propri capolavori come il Magno Megonio da uva magliocco e l’Efeso da uva Mantonico. Vini capaci di sfidare il tempo e le mode, anche se per me il più straordinario di tutti resta il Duca Sanfelice che è un gaglioppo in purezza pronto per la prima vola nel lontano 1993 quando capitai a Cirò Marina come inviato del Mattino per l’appuntamento di Confindustria.

2-L’altro grande merito è stato quello di sapersi collegare al mondo culturale e scientifico nazionale senza mai però dimenticarsi delle radici calabresi. Nel corso di questi anni, tra una presentazione e l’altra, a Cirò Marina, nel mitico albergo il Gabbiano che abbiamo visto crescere mattone dopo mattone, ci è passata tutta l’Italia che ha qualcosa da dire in materia di vino.

3-Altro grande merito è quello di non sentirsi mai in concorrenza con altre cantine del territorio, consci che il processo di globalizzazione ha ormai dilatato il mercato possibile fino a farlo diventare mondiale per cui è inutile beccarsi come i polli di Renzo. In particolare, siamo convinti che i loro vini siano stati dei benchmark anche per la generazione dei ‘Cirò Boys’ che ha portatao la Calabria nel 2.0: leggerezza, bevibilità e longevità attraverso l’esaltazione della purezza del frutto, mai messo in discussione dal legno.

Il libro di Gianfranco Manfredi ripercorre le tappe dei due fratelloni, accende un faro sulla nuova generazione che ormai ha preso il testimone e raccontando i Librandi racconta questa entusiasmante cavalcata iniziata nelgli anni ’90, l’età dell’oro del vini italiano, passando al decennio successivo aperto dalla crisi delle Torri Gemelle e chiuso dal crollo dei mercati finanziari sino alla amturità di quello che si sta chiudendo.

Un volune da regalo, da esibire in salotto, da sfogliare avidamente.

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