Lino Patruno: il caso Ilva è la prova di quanto lo sviluppo del Paese sia legato a quello del Sud

del 8 Agosto 2012

Il caso dell’Ilva di Taranto sta infiammando ogni giorno di più gli animi, come se non bastasse il sole rovente di questi giorni. Ma, al di là delle legittime proteste dei lavoratori e della preoccupazione per la salute di chi opera e vive intorno allo stabilimento industriale, vi è un aspetto che la vicenda ha messo particolarmente in evidenza ovvero dell’interdipendenza tra le due parti del Paese che fin troppo spesso una certa retorica populista ha voluto, invece, rappresentare come separate da un’insanabile frattura. Abbiamo chiesto un parere a Lino Patruno, ex direttore della “Gazzetta del Mezzogiorno” e autore per Rubbettino di un libro appena arrivato in libreria intitolato Ricomincio da Sud. È qui il futuro dell’Italia.

Pochi lo sapevano prima che esplodesse il dramma dell’Ilva di Taranto. Pochi immaginavano quanto siano integrate le due Italie, nonostante lo scontro fra Nord e Sud. Pochi conoscevano il peso economico del cosiddetto “improduttivo” Sud, e quanto il Sud convenga a tutti. L’Ilva è una conferma a quanto dico nel mio libro “Ricomincio da Sud. È qui il futuro d’Italia”. Non solo a Taranto è prodotto il 45 per cento di tutto l’acciaio italiano. Ma se chiudesse Taranto, si perderebbe gran parte della restante produzione perché dovrebbero chiudere anche le acciaierie di Novi Ligure e Genova che, non avendo impianti a caldo, dipendono direttamente da Taranto.
Così, con una rinuncia all’Ilva, l’Italia perderebbe la più grande acciaieria d’Europa, ma perderebbe anche tutto l’acciaio per le sue auto e i suoi elettrodomestici, oltre che per i suoi guardrail e i suoi tubi.
Ma l’Ilva è solo una delle ricchezze non riconosciute del Sud. Nel libro sono elencati altri casi di produzioni meridionali, fondamentali per l’intero Paese, che senza il Sud l’Italia non avrebbe: dal petrolio all’energia eolica, dalla plastica ai farmaci, dagli aerei all’olio d’oliva. Tanti casi di eccellenza al Sud, ben 71 dei quali sono recensiti nel libro.

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