Continuano le polemiche sul libro Gramsci e Turati

del 20 Marzo 2012

Alessandro Orsini replica ai suoi critici
“Se si legge Gramsci senza timori reverenziali si capisce come fosse un uomo profondamente intollerante”
Dalla pubblicazione della recensione di Roberto Saviano su Repubblica lo scorso 28 febbraio, il libro di Alessandro Orsini Gramsci e Turati. Le due sinistre non ha smesso di suscitare accese polemiche che hanno raggiunto un livello molto aspro con attacchi che talora hanno persino avuto come oggetto lo stesso autore piuttosto che i contenuti del libro.
Angelo D’Orsi, gramsciano radicale, definisce per esempio il libro di Orsini “una porcheria” e ritiene che Saviano nel recensire il libro “l’abbia fatta fuori dal vaso”. Per alcuni Orsini sarebbe censurabile per non avere dato il dovuto risalto al contesto storico in cui Gramsci pronunciava i suoi insulti violenti, e non manca chi, come il brigatista rosso, Paolo Persichetti, mai pentito e mai dissociato, annuncia dal suo blog una battaglia condotta a colpi di Rete contro il famigerato libro e il suo autore. La rete brulica di commenti e, come accade in questi casi, i giudizi appaiono divisi su opposte fazioni che paiono poco conciliabili.

Alessandro Orsini così ha deciso di lanciare dal suo blog (clicca qui) un’articolata risposta che certamente non mancherà di dare vita a una nuova valanga di polemiche.

Orsini non ha dubbi: la difesa a oltranza di Gramsci ha un sapore fortemente ideologico. Gli scritti di Gramsci pullulano di giudizi carichi di odio per il nemico che non possono certamente essere nascosti dietro la “bandiera del contesto” per far scemare la carica di violenza che contengono. D’altro canto il contesto incandescente in cui scrive e opera l’intellettuale sardo è lo stesso in cui vive e opera Turati che invece appare al confronto un campione di tolleranza e di rispetto per gli avversari politici.

Insomma anche nelle critiche e nei giudizi sembrano riflettersi quelle due culture politiche della sinistra italiana, ancora inconciliabili, che Alessandro Orsini ha così ben tratteggiato nel suo libro dedicato ai loro ideali fondatori: Gramsci e Turati. Che abbia veramente ragione?

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