Una guida “atipica” sull’Aspromonte per riflettere sulla “buona notizia” calabrese (Avveniredicalabria.it)

di Francesco Tripodi, del 23 Novembre 2023

Gli autori raccontano la montagna reggina da una prospettiva diversa: ripercorrendo il passato “triste” per proiettarla verso un futuro di “speranza”

Con la prefazione di Don Ciotti ed i proventi destinati al lavoro di “Libera” pochi mesi fa è uscita per i tipi della Rubbettino, un’“atipica” guida, che invita a riflettere su una “buona notizia” calabrese, spesso dimenticata. Quella rivoluzione “silenziosa” che dagli anni ‘90 in poi ha condotto giovani, anziani e associazioni a riappropriarsi con tenacia di un tesoro naturalistico e culturale eccezionale quale è l’Aspromonte, montagna per decenni considerata invece cupa e inaccessibile, territorio impenetrabile di mafie e criminali.  

Aspromonte, tra passato “triste” e presente di “speranza”

L’ideale filo che unisce il triste passato dell’Aspromonte ed il suo presente di speranza, lo annodano, non a caso, il generale dei Carabinieri Giuseppe Battaglia oggi impegnato in importanti incarichi a Bruxellesche ha guidato tra il 2017 ed il 2020 il Comando Provinciale di Reggio Calabria, innamorandosi dell’Aspromonte e percorrendolo a piedi sin nei punti più impervi e pericolosi, e Alfonso Picone Chiodo, agronomo presso l’Università Mediterranea, che, negli anni ’80 e ’90 (allievo dell’infaticabile professore D. Minuto) iniziò a percorrerlo ed a studiarlo con passione e che è autore della prima guida al Parco Nazionale dell’Aspromonte, assieme al lametino Francesco Bevilacqua.

Uniti da una identità comune – camminare in modo intelligente alla scoperta di una Calabria autentica ed accogliente, “libera” dal giogo della ndrangheta – il generale e l’agronomo hanno incontrato sulla strada di questo libro-idea Don Ciotti, autore di una bella prefazione che invita a riflettere su quello che è stato l’Aspromonte ed a proiettare lo sguardo nel futuro.

Una guida per riscoprire il volto bello della montagna reggina

Cinque capitoli e diciassette itinerari richiamano storie che hanno reso famoso l’Aspromonte: dalle scorrerie del bandito Musolino, alla nascita della ‘ndrangheta, alle riunioni di Polsi, ai fatti di Africo, al summit di Montalto del 1969, ed infine al terribile periodo dei sequestri di persona.

Il libro ricorda in modo speciale l’ultima tragica vittima dei sequestri, il fotografo Lollò Cartisanorapito nel luglio 1993, i cui resti sono rimasti per volere della famiglia vicino la rocca di Pietracappa. È questo forse il percorso più semplice e significativo, che ogni anno familiari e volontari di Libera ripercorrono, in un mare di colori e speranza, con tappe in ricordo di tutte le vittime delle mafie.

Un libro agile, pratico, che vuole essere un ausilio per escursionisti “consapevoli” del passato dei luoghi visitati. Non mancano alcuni scritti di Zanotti Bianco, che della miseria e della sofferenza dell’Aspromonte ha cercato di farsi carico in una prospettiva autenticamente cristiana, raccontando le sue esperienze negli anni del primo dopoguerra. Onorare la fatica secolare di tanta gente laboriosa, a lungo maltrattata da mafie e classi dirigenti, ripercorrendone i sentieri, è un “altro” modo di camminare che offre oggi l’Aspromonte.