Quanto spende chi si sente speciale (Il Corriere della Sera)

di Sergio Rizzo, del 11 Settembre 2012

Da Il Corriere della Sera – 10 settembre 2012
Dai super aiuti alle imprese ai mega-stipendi dei politici al dentista gratis. Le regioni non sono tutte uguali

Se cinquecento milioni vi sembrano pochi, allora provate a fare questo conto. Cinquecento milioni, diviso il numero degli abitanti della Provincia autonoma di Trento, che sono 532 mila, fa circa mille euro a testa. Cifra che rapportata al numero dei cittadini italiani, fa su per giù 60 miliardi. Quei cinquecento milioni sono i soldi che la Provincia di Trento, in virtù delle propria larga autonomia costituzionale e di conseguenza delle enormi risorse di cui dispone, ha potuto investire sotto varie forme negli ultimi anni per rilanciare l’economia. Come se lo Stato avesse distribuito dal 2008 a oggi per la crisi, appunto, l’astronomica somma di 60 miliardi.Una piccola dimostrazione di come nel nostro Paese ci siano italiani che sono «diversamente italiani». La definizione è di Pierfrancesco De Robertis, giornalista del Quotidiano nazionale che ha appena pubblicato per l’editore Rubbettino La Casta Invisibile delle Regioni, un libro che descrive le follie di un sistema ormai impazzito nel quale prosperano sprechi, privilegi e inefficienze.

Dove un. capitolo a parte meritano gli enti a statuto speciale. De Robertis ricorda le parole con cui l’attuale presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, replicò nel 2009 al ministro Renato Brunetta, che aveva osato porre la questione dei privilegi di alcune Regioni autonome: «Noi siamo una regione specialissima perché la nostra autonomia si fonda su un trattato internazionale che non può essere modificato unilateralmente senza il consenso dell’Austria». Vero. Ma che cosa c’entri questo con alcune interpretazioni di quella autonomia, è tutto da vedere.

Quei cinquecento milioni, dice il libro di cui stiamo parlando, sono arrivati alle aziende del Trentino (che è altra cosa rispetto all’Alto-Adige di lingua tedesca, sia chiaro) attraverso un soggetto controllato dalla Provincia autonoma che si chiama Trentino Sviluppo. La stessa protagonista di alcune iniziative come l’acquisto e la ristrutturazione di un albergo a cinque stelle, il Lido Palace di Riva del Garda, da parte di una società controllata al 51% dal Comune di Riva e dalla Provincia di Trento e al 49% da albergatori locali. Un hotel, dal «lusso mai visto alle nostre latitudini», costato una cifra prossima ai 16 milioni e per il quale è stato messo in campo un piano d’investimenti di 17 milioni. Un’operazione che francamente lascerebbe perplessi in qualunque altra parte d’Italia, ma non qui: considerati i copiosi contributi che le due Province autonome, quella di Trento e quella di Bolzano, destinano agli albergatori privati. Si potrebbe argomentare, d’accordo con l’economista Luca Ricolfi, autore del saggio Il sacco del Nord (edito da Guerini e Associati), che «la giustizia civile di Bolzano è la più efficiente d’Italia » e che «i livelli scolastici di Friuli e Trentino sono ottimi, ben superiori agli standard europei». Verissimo. E siamo naturalmente felici per i cittadini di Bolzano, come per gli studenti friulani e trentini. Ma è proprio questo il punto su cui riflettere. È possibile che nella stessa nazione ci siano Regioni nelle quali i reparti di Pronto soccorso degli ospedali vengono chiusi per carenze igieniche, com’ è avvenuto in Calabria, e Provincie autonome dove la sanità pubblica paga ai giovani fino a 18 anni le cure odontoiatriche e un presidente di giunta guadagna più di Barak Obama? È possibile in un Paese civile? O è una bestemmia perfino domandarselo?

Di Sergio Rizzo

Altre Rassegne