Cagliostro, il disegno fallito. Il sedicente conte sognò di fondare una massoneria cristiana (Corriere della Sera)

di Matteo Collura, del 20 Luglio 2012

Dal Corriere della Sera – 19 luglio 2012
Un volume di Giuseppe Quatriglio sulla figura del celebre «ingannatore» siciliano

Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro (1743-1795), definito da Thomas Carlyle «il più grande esempio di falsità assoluta», è personaggio rappresentativo, al pari di Giacomo Casanova, di un’ epoca in cui si era tentati, in parte riuscendovi, di fare della propria vita un’arte. Non poteva che nascere e vivere nel Settecento (il secolo dei Lumi, ma anche dei fuochi fatui), questo siciliano intraprendente e temerario come soltanto i siciliani sanno essere, al contrario di quanto si pensi essi siano comunemente, e cioè prudenti e silenziosi fino ad apparire sordomuti.
Questo grande esempio di «falsità assoluta» nacque e nei suoi primi anni abitò a Palermo, in uno dei quartieri allora come oggi più degradati, popolato di un’umanità la cui unica occupazione è quella di sopravvivere. Ballarò si chiama il quartiere in cui Cagliostro venne al mondo, un formicolante mercato all’aperto, il cui nome non a caso è stato scelto come titolo per una delle più seguite trasmissioni televisive in cui i politici battibeccano tra loro, il più delle volte rendendo incomprensibile il senso del loro accapigliarsi.

Su Cagliostro è stato scritto tanto, da Carlyle, appunto, a Goethe, per poi giungere, grazie anche al romanzone di Luigi Natoli (William Galt), a una vera e propria biblioteca di testi tra il romanzesco e !’indagine scientifica, tra la ricerca storica e il saggio antropologico. Eppure, il volumetto appena pubblicato da Rubbettino, affidato all’estro e alla competenza di Giuseppe Quatriglio (Il romanzo di Cagliostro, pp. 156, € 12) merita di essere segnalato per la capacità di sintesi e per l’efficacia dell’indagine documentale ben bilanciata dal piglio narrativo. Il Cagliostro di Quatriglio è un personaggio inquadrato da diversi punti di vista, ognuno dei quali mostra una propria verità in contrapposizione alle altre, al punto da risultare arduo ricavarne un giudizio in assoluto. Certo è che Giuseppe Balsamo, autoproclamatosi conte di Cagliostro, seppe affascinare i potenti del suo secolo (Caterina II di Russia, papa Pio VI), riuscendo ad accreditarsi come grande alchimista, veggente, guaritore, mago dai poteri angelici o infernali, secondo i casi. Fu la presunzione a perderlo, convinto di poter introdurre nella Chiesa di Roma una «massoneria cristiana», da lui stesso fondata sul modello del rito egiziano del Gran Cofto. «Non capì», annota in proposito Quatriglio, «che aveva di fronte un’istituzione millenaria, una rocca inespugnabile».

Una rocca inespugnabile come quella di San Leo, nel Montefeltro, in cui il sedicente conte di Cagliostro fu fatto morire in maniera atroce, tenuto in un buco scavato nella roccia, senza quasi poter respirare e impossibilitato a muoversi. Un altro siciliano, rivela Quatriglio, in quel periodo era recluso nella fortezza di San Leo. Otto erano i prigionieri finiti in quel nido di aquile, «tra i quali padre Giuseppe Cavalli di Modica, lì rinchiuso a vita perché aveva ucciso il proprio priore». Aggiunge Quatriglio: «Per inciso, una sola volta Cagliostro ne avvertì la presenza e, sentendone la voce, in un corridoio, capì dall’accento che doveva essere un siciliano. Ma non lo vide mai in faccia». Sarebbe interessante saperne di più su questo «padre» omicida. Una delle novità contenute nel libro di Quatriglio riguarda l’esoterismo molto praticato, nel secolo di Giuseppe Balsamo, a Firenze, città in cui «ancor oggi», scrive l’autore, «ci si occupa di questo complesso personaggio». Ma non soltanto nel capoluogo toscano, perché, come si legge nel Romanzo di Cagliostro, vi è una sottile linea che collega il grande Mago siciliano con il mondo di oggi. In proposito, è istruttivo consultare la nutrita bibliografia che Quatriglio ha messo insieme per dimostrare quanto Cagliostro sia entrato nel mito, grazie anche a personaggi storici, quali, oltre ai già citati Caterina TI di Russia e Pio VI, il cardinale de Rohan (protagonista dello «scandalo della collana»). In appendice, un album iconografico e un interessante documento storico, il «Compendio della vita e delle gesta di Giuseppe Balsamo denominato il Conte Cagliostro, che si è estratto dal Processo contro di lui formato in Roma l’anno 1790. E che può servire di scorta per conoscere l’indole della Setta de’ Liberi Muratori». La prima edizione di questo volume risale al 1791.

Di Matteo Collura

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