Ecco perché i misteri d’Italia riempiono le sale (L'Unità)

del 27 Marzo 2012

Cinema e misteri d’Italia in un libro di Christian Uva
Quello tra i misteri della storia d’Italia e il cinema è un rapporto di vecchia data e particolarmente fecondo. A darne ulteriore prova è il film presentato in anteprima a Milano e in uscita nelle sale il prossimo venerdì 30 marzo: “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana cui farà seguito a breve “Diaz” di Daniele Vicari. Il grande schermo, insomma, torna a coltivare quello che Gherardo Colombo ha definito il «vizio della memoria».Ma perché proprio al cinema è demandato il compito di dire ciò che non si può (o non si vuole) dire? Cosa aggiunge la narrazione cinematografica alla cronaca che peraltro sempre più desume proprio dal cinema modelli e schemi narrativi? E, soprattutto, quali sono le modalità attraverso le quali il cinema italiano si accosta a queste tristi pagine della storia d’Italia?

Si può cercare, e certamente trovare, una risposta a queste (ma anche a molte altre) domande nel nuovo libro edito da Rubbettino a cura di Christian Uva Strane storie. Il cinema e i misteri d’Italia.

Sono tante le “strane storie” di cui si è occupato il cinema e di cui si occupa il volume: dalle stragi di Portella della Ginestra a Piazza Fontana, Brescia, Ustica, Bologna o i tentati golpe De Lorenzo e Borghese, i “casi” Mattei, Moro, Ambrosoli e l’omicidio di Pier Paolo Pasolini o il G8 di Genova, nodi apparentemente inestricabili di un passato/presente che il volume intende ripercorrere proiettandone la visione e l’interpretazione nella cornice del grande schermo cinematografico. Il testo adotta uno sguardo ad ampio raggio capace di rendere conto del cinema d’autore e documentario così come di quello di genere, ma anche di molta produzione televisiva, delineando una mappa completa e dettagliata dei titoli che, nel corso degli ultimi quarant’anni, hanno fronteggiato le questioni più scottanti di un’epoca ancora densa di ombre. I contributi raccolti analizzano in tale prospettiva alcuni capolavori della storia del cinema italiano ma anche film del tutto sconosciuti, evidenziando le modalità in cui, negli uni e negli altri, l’immaginario dei cosiddetti “misteri italiani” ha trovato spazio di trattazione. L’intento è quello di proporre una nuova lettura di uno spaccato di cinema e di storia italiani che possa altresì gettare una pur minima luce sulle zone più buie della nostra “notte della Repubblica”.

Da L’Unità – 27 marzo 2012
12 dicembre ’69. Anche gli editori si mobilitano

In vista dell’uscita del film di Giordana l’editoria italiana si mobilita.[…] Del connubio tra cinema e stragismo racconta con dovizia di particolari Strane storie, a cura di Christian Uva (Rubettino, 16 euro). Il libro è un’ interessante analisi di come i misteri d’Italia siano stati raccontati dal nostro cinema. Dove «misteri» sta per strategia della tensione e stragi di stato. L’indagine, infatti, prende le mosse da Portella della ginestra (vedi Salvatore Giuliano di Francesco Rosi) per finire col G8 di Genova raccontato nel recentissimo Diaz di Daniele Vicari. Della strage di piazza Fontana si parla nel capitolo di Andrea Minuz che prende in esame Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, come straordinario esempio di anticipazione della realtà italiana. I temi dello stato parallelo, dell’attacco alla democrazia e dell’impunità sono raccontati da Petri in quello che è uno dei capolavori del cinema d’impegno civile. Non a caso il regista si impegnò, in seguito, sempre con Volontè nel documentario collettivo in cui si ricostruiva la «defenestrazione» dell’anarchico.

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