Open source, intelligence & cyberspace (Key4biz.it)

di Flavio Fabbri, del 16 Luglio 2015

Da Key4biz.it del 16 luglio

In questo volume, Antonio Teti ha approfondito, con un dichiarato taglio operativo, la dimensione delle nuove tecnologie collegata con l’intelligence. Partendo dal concetto di open source approda a quello del cyberspazio oscuro, facendo emergere una serie di considerazioni scientifiche e culturali di rilevante interesse.
Si comprende che, nonostante non ci sia ancora una reale consapevolezza culturale, nulla potrà essere più come prima, né per le persone comuni (entusiasmate e angosciate dai big data), né per i governanti (impegnati a fronteggiare cambiamenti senza precedenti) e nemmeno per gli stessi operatori dell’intelligence (divisi tra operativi e analisti, entrambi romanzati nelle figure letterarie e cinematografiche di James Bond e del celebre film “I tre giorni del Condor”).
Con queste parole, estratte dall’introduzione realizzata dal prof. Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence e del Centro Studi di Documentazione Scientifica sull’Intelligence dell’Università della Calabria, ci viene offerta una concreta e diretta rappresentazione del contenuto del testo a cura di Antonio Teti.
Dalla notte dei tempi, il termine “intelligence”, nell’immaginario collettivo, identifica la globalità di tutte le tipologie di attività riconducibili alla raccolta e alla valorizzazione di informazioni, finalizzata alla produzione di una conoscenza utile al supporto delle decisioni dei governi in tema di difesa e sicurezza nazionale.
L’inarrestabile sviluppo delle applicazioni presenti nel Cyberspazio (social network, blog, forum, surface web, deep web, video, immagini), ha prodotto un nuovo modo di raccogliere e valorizzare queste informazioni, sviluppando un nuovo settore scientifico e applicativo: la web intelligence.
Pertanto, l’attività di intelligence in Internet (Cyber Intelligence) che si basa su fonti aperte, può attualmente essere definita come il lavoro sistematico di raccolta, elaborazione, analisi, produzione, classificazione e diffusione di informazioni liberamente e legalmente accessibili. Essa può essere condotta in risposta a particolari richieste dei governi per il mantenimento della sicurezza nazionale o per scopi commerciali da parte di aziende o altre istituzioni anche non governative.
In quest’ultimo libro, l’autore affronta una serie di tematiche sulla gestione tecnica e operativa delle informazioni, strutturando il testo su quattro capitoli specifici. Nel primo, denominato Il concetto di Open Source Intelligence (OSINT): storia, concetti, metodologie, viene affrontato il rapporto tra tecnologie digitali e quantità di informazioni prodotte quotidianamente nel mondo, analizzando il problema della molteplicità delle fonti e della loro rilevanza.
Nel secondo capitolo, Il processo di ricerca delle informazioni, si spiega che l’origine del processo di intelligence è rappresentato dall’individuazione delle reali esigenze informative dei decisori, tenendo conto delle loro specifiche richieste.
Il terzo capitolo OSINT e Cyberspazio: ricerca, analisi e strumenti di elaborazione delle informazioni in Internet è dedicato in gran parte al tema dei Social Network. L’utente della Rete ricopre il duplice ruolo di consumatore e produttore di contenuti e ciò comporta la presenza nel web di un numero infinito, e potenzialmente inesauribile e ingestibile, di testi e contenuti multimediali.
L’ultimo capitolo è dedicato ai Miti e realtà delle informazioni nel Cyberspazio: il lato oscuro della Rete. La ricerca delle informazioni non può limitarsi al Cyberspazio “ufficiale” perché esiste una dimensione oscura, definita Dark Net o Deep Web, cioè Rete Oscura e Web Oscuro, che, secondo numerosi esperti, conterrebbe la stragrande maggioranza delle informazioni presenti su Internet, identificate solo in minima parte dai comuni motori di ricerca. Infatti, “grazie ai motori di ricerca (tipo Google) viene individuato meno del 5% di ciò che è disponibile realmente su Internet”.
Per evitare che vengano intercettate le proprie comunicazioni, tale dimensione oscura è ampiamente utilizzata da organizzazioni terroristiche e criminali, al pari delle grandi multinazionali. La quantità di siti attivi in questa dimensione della Rete è enorme e le informazioni che possono essere estratte sono ovviamente molto importanti per le attività di intelligence.

Di Flavio Fabbri

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