La scienza è vita (Corriere di Bologna)

del 9 Aprile 2013

Dal Corriere di Bologna del 9 marzo 2013

I genetisti Luigi Luca Cavalli Sforza ed Edoardo Boncinelli, il geofisico Enzo Boschi, per 12 anni presidente dell’Ingv, il chimico della termodinamica Sergio Carrà, l’astrofisica Margherita Hack, il filosofo Giulio Giorello, l’oncologo ed ex ministro Umberto Veronesi, l’etologo Danilo Mainardi, il matematico Piergiorgio Odifreddi. E Marino Golinelli. Sì, c’è anche l’ideatore della fondazione bolognese che porta il suo nome tra i dieci grandi saggi del ‘No portati in televisione e ora anche in un libro con dvd da Alessandro Cecchi Paone. È la casa editrice Rubbettino con Classeditori a mandare in libreria Dieci vite per la scienza che il giornalista presenterà oggi pomeriggio allo Stabat Mater (ore 17.3o) dell’Archiginnasio. Con lui anche Boncinelli, Boschi, Carrà, Golinelli, Cavalli Sforza, Odifreddi e Veronesi.

Paone perché Golinelli? 

«È una presenza che ha stupito molti. Golinelli non è uno scienziato, nasce grande industriale farmaceutico, ma l’ho inserito perché promuove l’unione tra scienza e arte, che nel nostro Paese vanno sempre divisi, ed è la ragione del nostro ritardo. Tutti si lamentano dell’assenza dello stato nei fini culturali, ma nessuno si accorge di privati come Golinelli che di tasca sua spende e fa tanto uer sostenere l’arte e la scienza».

Come è nata la vostra amicizia?

«E stato 10 anni fa, ero a Venezia a II futuro della scienza della Fondazione Veronesi,

quando mi si è avvicinato questo signore

elegante, ma non sapevo fosse il proprietario dei marchi Alfa Wassermann. Mi fece i complimenti per La macchina del tempo e mi disse che era appena partito con iniziative come La scienza in piazza. Io aderii e da lì nacque un’amicizia che mi portò anche nel cda della fondazione, alle presentazioni di artisti a casa sua».

Un rapporto stretto, il suo, anche con Bologna.

«Nasce da quando seguii qua il mio direttore di Radio Rai per un convegno sul partito d’azione e la Resistenza ai primi anni 80 e da allora non si è più fermato. Ho anche trasferito le mie edizioni della Macchina del tempo al Futur show».

Come nasce questa carrellata di saggi?

«Come programma tv. Volevo raccontare il pensiero di vita dei grandi scienziati del ‘No, ritenevo che dovesse farlo il servizio pubblico, ma la Rai si è rifiutata, però ho trovato ascolto in Class Cnbc su Sky e in Class tv Msnbc sul digitale terrestre. Uno scandalo, ma anche un merito che ci sia voluta una tv americana».

Cosa l’ha colpita di questi personaggi?

«Sono la prova vivente di una legge scientifica: la scienza allunga la vita. E vero che le persone con più diplomi e che leggono vivono di più. La Montalcini ha dimostrato che tutti gli organi del corpo invecchiano tranne il cervello e lo ha dimostrato con la sua esistenza. Tutti questi saggi hanno una mente lucidissima e fanno ancora progetti per il futuro».

Alcuni di loro hanno appoggiato scelte controverse, come il nucleare.

«La scienza apre il cervello quindi sono persone con una certa libertà mentale, cosa che ti può far sbagliare anche con una certa fede. Loro ci credono: Golinelli e Veronesi con gli ogm, Giorello e la Hack con il nucleare, sono convinti che miglioreranno la vita quotidiana e sono tutti impegnati politicamente. Sono delusi e non sono fatti per perdere tempo con riunioni di partiti, preferiscono l’impegno civile e sono tutti per la laicità dello stato, c’è in loro una grande voglia di aiutare l’umanità»

Cosa le è rimasto di questi incontri?

«Sono persone che non fanno pesare i loro studi come altri mezzi professori. I lettori scopriranno che Odifreddi è più laicista di me perché ha fatto il seminarista. Veronesi è stato nominato nel 2010 “donna dell’anno” da un’associazione europea per la sue posizioni a favore delle donne e la Hack “personaggio gay dell’anno”, per le sue battaglie contro l’omofobia. A Golinelli in trasmissione ho chiesto la molecola segreta che lo fa invecchiare così bene e lui ha indicato sua moglie Paola».

Bologna si pronuncerà sul finanziamento alle scuole private. Cosa ne pensa?

«La scuola privata ha tolto soldi alla pubblica, che ha istituti vecchi, è inammissibile».

Intervista di Andrea Rinaldi

Altre Rassegne