Regioni, spuntano gli sprechi della casta «invisibile» (Il Mattino)

del 18 Settembre 2012

Da Il Mattino – 16 settembre 2012
Incarichi, commissioni doppie e organici sovradimensionati nel volume-inchiesta di De Robertis. Sanità, fondi europei non spesi e uso spropositato di comandati soprattutto. Sono i capitoli al centro dell’attenzione della «Casta invisibile delle regioni» del giornalista Pierfrancesco De Robertis ora in libreria per i tipi della Rubbettino editore.
In cima le spese del consiglio regionale Campano «che nel 201 O è costato ben 89 milioni di euro, quanto quelli di Emilia Romagna, Umbria e Toscana messi insieme». E veniamo ai comandati. Nel settembre 2011, racconta il giornalista di Quotidiano Nazionale, ne acquisisce 130 nonostante «qualche mese precedente lo stesso presidente della giunta Stefano Caldoro aveva inviato una circolare imponendo il veto sui comandati». In una Regione con il record di dipendenti: «Una vera e propria azienda, nella quale lavorano 580 tra dipendenti e «staffisti» ossia collaboratori e addetti ai gruppi: 254 a tempo indeterminato, 326 invece gli addetti che hanno un contratto della durata di una legislatura (e che saranno confermati in quella successiva, per lo meno come pianta organica)», scrive prima di fare due conti: «Prendendo in considerazione il costo del personale dipendente arriviamo (nel 2012) a oltre 32 milioni di euro, il 44 per cento dell’intero bilancio del consiglio». E infatti le assemblee regionali non hanno tutte gli stessi costi: Infatti solo Sicilia e Lazio con, rispettivamente 175 e 102 milioni, superano gli 89 spesi in Campania in un anno per far funzionare il consiglio regionale. Molto, molto di più dei 38 milioni dell’Emilia Romagna e i 32 della Toscana, «regioni – spiega l’autore – che sono di una dimensione più o meno analoga». Egli sprechi ci sono. Tra partecipate regionali o doppioni o figure che poco o nulla servono «come il Garante delle persone detenute, il Difensore civico regionale, o il Garante per l’infanzia». La Campania per esempio, – spiega De Robertis, – «ha creato una commissione – politiche giovanili-, che in un anno ha lavorato quattro ore, partorendo in una riunione di 25 minuti un parere sulla proposta di legge in materia di “istituzione del marchio etico di prodotti senza l’impiego del lavoro minorile”». Un altro doppione perché «esiste già una commissione permanente sulle «politiche sociali». Ma è la sanità, secondo l’autore, il buco nero della Campania con il costo del personale dipendente del Ssn più alto: Campania (11.097), Sicilia (10.212), Lazio (9.046) hanno un numero di medici molto superiore all’Emilia Romagna (8.127), alla Toscana (7.594) o al Veneto (7.613). «Senza contare – nota l’autore – che proprio le prime tre regioni citate sono tra quelle che vantano un maggior numero di strutture private convenzionate».

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