Anime nere: la Calabria tra letteratura e cinema (Mentelocale.it)

di Roberta Gregori, del 28 Dicembre 2015

Da Mentelocale.it

La Calabria, con le città di Reggio Calabria e Vibo Valenzia, è agli ultimi posti dell’edizione 2015 della ricerca del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane.
Sempre la Calabria, secondo i dati del rapporto 2015 sull’economia del Mezzogiorno della Svimez, risulta l’unica regione non toccata dai timidi segnali di ripresa di quest’anno e, in definitiva, la regione più povera d’Italia.
Ma c’è anche una Calabria che ce la fa e Anime Nere, libro del calabrese Gioacchino Criaco, edito dalla casa editrice Rubbettino di Soveria Manelli, e film di Francesco Munzi, girato per la maggior parte in Aspromonte, è lì a dimostrarlo.
Mentelocale.it poco più di un anno fa pubblicava un’intervista a Gioacchino Criaco dal titolo Anime Nere, dal libro al film e mostrava il percorso di un libro diventato un film di forte successo di pubblico sia in Italia che all’estero. Ora un libro appena pubblicato da Rubbettino, dalla stessa intestazione, Anime Nere dal libro al film, ricostruisce questa avventura e lo fa attraverso gli interventi di Goffredo Fofi, Luigi Franco,Gioacchino Criaco, Francesco Munzi e le voci dei tanti protagonisti, attori professionisti e non, questi ultimi scelti tra gli abitanti delle zone dove il film è stato girato.
Gioacchino Criaco, da cui tutto è partito, sottolinea quanto la realizzazione del film di Munzi, fatto «con i calabresi e non su o contro di loro» e senza l’aiuto della regione e provincia, serva a far riflettere che «il nemico è dentro di noi» e che «il miracolo esiste». «Sono figlio di caprai, figli di caprai, figli di caprai dalla notte dei tempi…e chi me lo doveva dire che il mio nome sarebbe finito sui cartelloni del cinema», scrive Criaco.
Il critico Goffredo Fofi, che assieme a Luigi Franco è curatore del volume, non esita a definire il film, riuscito incontro tra due autori, Criaco con la vocazione di scrittore e Munzi con quella del cinema, come primo esempio nel cinema italiano di riflessione sull’«eterno dell’uomo e della sua ferinità e al futuro dell’uomo nelle grinfie del potere», e ciò grazie alla Calabria.
Della straordinaria forza narrativa del libro di Criaco parla invece Luigi Franco, direttore editoriale di Rubbettino, ricordando quanto fu catturato da quel manoscritto, scritto in appena quattro giorni, arrivato sulla sua scrivania nell’autunno del 2007. Il libro venne pubblicato l’anno successivo e soprese critici e lettori, trovando subito un forte consenso anche in Francia («un diamante nero della letteratura calabrese e mondiale» secondo lo scrittore ed editor Serge Quaddruppani).
Il regista Francesco Munzi, che in una recente intervista si dice contentissimo del volume (un libro sorprendente che gli ha permesso di viaggiare a ritroso nelle emozioni) ricorda l’approccio e la curiosità del documentarista e antropologo adottati per arrivare, dopo più di tre anni di lavoro e con l’aiuto di Criaco e di tanta gente calabrese, alla sceneggiatura finale del film. «In Anime Nere c’è un senso tragico della vita…sono partito per raccontare un frammento di Calabria e ho finito per raccontare me stesso e molto più a fondo di quello che avrei coscientemente permesso, creduto o immaginato» racconta il regista.
Il saggio si chiude con due racconti degli anni ’20 di Umberto Zanotto Bianco sull’Aspromonte. «Che cosa resta più delle famose città che i Greci fondarono su questi due mari e che ebbero una fioritura cosi vivida e intensa, oltre l’alone di poesia e gloria che circonda i propri nomi?» si domanda l’autore.
Mi piace pensare alla leggenda della città di Porto Oreste, che sarebbe esistita nell’attuale territorio di Palmi e fondata da Oreste, figlio del re Agamennone e di Clitennestra secondo la mitologia greca. Come il matricidio portò Oreste alla pazzia, così il non comprendere le proprie radici, il non fare i conti con la realtà e perseguire un cammino di violenza, spesso di fascino per i giovani, non può che portare ad un destino di tragedia e di vite sprecate. Anime Nere è lì per ricordarci che un’altra strada è invece possibile.

di Roberta Gregori

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