Un siciliano nella lotta d’indipendenza polacca (La Sicilia)

di Gaspare Agnello, del 7 Gennaio 2014

da La Sicilia del 7 gennaio

Vito Catalano ha esordito come scrittore con il libro “L’orma del lupo” edito da Avagliano. Il nonno di Catalano, Leonardo Sciascia, quando gli parlammo del libro”Volevo i pantaloni” di Lara Cardella, ci disse: aspettiamo il secondo libro. Forse avrebbe detto la stessa cosa per il nipote Vito. Abbiamo aspettato il secondo romanzo, anche se nel mezzo c’è stato il saggio storico “Il Vicerè giustiziere”. Il nuovo romanzo “La sciabola spezzata” edito da Rubbettino ci fa sogliere la riserva e affermare, con convinzione, di trovarci di fronte a uno scrittore che non deve essere più chiamato il nipote di Sciascia ma solamente Catalano narratore che non vive della luce
riflessa del nonno Leonardo ma di quella propria.”La sciabola spezzata” rievoca una pagina gloriosa della storia risorgimentale degli stati europei del secolo XIX che lottarono per liberarsi dai ceppi dell’oppressione austriaca. L’Italia riuscì a creare la propria identità di Stato con le guerre d’indipendenza e con l’epopea garibaldina e a questa lotta diedero un significativo contributo tanti patrioti polacchi che, in Italia, si aggregarono agli eserciti di liberazione nazionale. In quel periodo la Polonia era divisa tra la Russia,l’Austria e la Prussia e la lotta per l’indipendenza è stata durissima. A questa lotta parteciparono tantissimi eroi italiani e Vito Catalano, che ha sposato una polacca, ha potuto conoscere molto bene la Polonia, e rievocare una pagina gloriosa di questi avvenimenti. Un siciliano Antonio Calandro, che ha partecipato alla battaglia di Milazzo, dove è stato ferito, decide di andare in Polonia per partecipare alla battaglia d’indipendenza di quel meraviglioso popolo e qui si intessono una serie di avvenimenti che Catalano ci fa rivivere con grande maestria rendendoci partecipi attivi delle sorprendenti avventure di Antonio che arriva a Cracovia dove trova ospitalità nella famiglia Trendak. Da lì parte per la battaglia contro i russi e al fronte si trova accanto la bella figlia dei Trendak, Marta che si innamora del giovane siciliano e lo segue nella lotta di liberazione del proprio paese. L’avventura è drammatica e fantastica allo stesso tempo e noi non la vogliamo descrivere per non togliere al lettore il piacere della lettura.
Il nostro eroe trova in battaglia il Generale Nullo che è ucciso e sepolto con tutti gli onori militari, conosce l’affettuosa accoglienza dei contadini polacchi che lo ospitano assieme alla sua Marta ammalata e spossata dalle dure condizioni causate dalla guerra, conosce il giovane Radek che lo accompagna in mezzo ai boschi e tra i sentiere della Polonia, conosce l’amore di Alina, il nobile Borowski che lo accoglie e lo cura amorevolmente, rischiando anche la propria incolumità, conosce anche la tragedia del tradimento. L’eroe siciliano si fida di un amico della famiglia Trendak e questo gli causerà una serie di gravi sventure. Dal racconto vengono fuori i luoghi di Giovanni Paolo II, il mondo rurale del giovane Chopin che passava le estati polacche nelle campagne dove sentì la musica popolare che assorbì pienamente e diede vita alla sua musica struggente. Catalano ha potuto visitare minuziosamente i luoghi dove il generale Nullo ha condotto la sua battaglia e dove è seppellito con tanti onori e quindi la descrizione risulta più veritiera e più bella. Ma Antonio mentre vive la Polonia non dimentica la sua Sicilia e il raffronto è continuo e pungente.
Nel suo lavoro Catalano sa trattare il materiale a sua disposizione con grande capacità e sa creare personaggi veri che interloquiscono con il lettore, ma soprattutto sa usare la tecnica della suspense per tenere il lettore legato al libro.

di Gaspare Agnello

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