Mussolini prima del Duce. Un uomo alla ricerca di se stesso (Il Giorno)

di Gennaro Malgieri, del 13 Dicembre 2013

da Il GiornoEd. Milano del 13 Dicembre

É davvero difficile nella copiosa letteratura su Benito Mussolini imbattersi in un libro tanto appassionante e coinvolgente come la biografia del giovane rivoluzionario che Nicholas Farrell e Giancarlo Mazzuca hanno scritto limitando la loro indagine alla formazione dell’inquieto predappiese fino alla vigilia della presa del potere, a quel fatale 1919 che con la costituzione dei Fasci di Combattimento in San Sepolcro, il 23 marzo, segnò uno spartiacque nella storia italiana dal quale sarebbe stato impossibile prescindere, nel bene e nel male. Dopo aver letto il libro si resta appesi ad un dubbio: è un romanzo o un saggio storico? L’una cosa e l’altra. Ed il motivo che ispira l’interrogativo non è soltanto la piacevole scrittura, ma la vita stessa del primo Mussolini, agitatore anarchico, socialista, ateo fino alla blasfemia, curioso, frequentatore delle idee come dei bordelli, amante infaticabile di donne e di progetti rivoluzionari, giornalista di razza non meno che oratore trascinante. E poi ricco di contraddizioni che avrebbe coltivato nel corso dell’intenso noviziato politico nella sua Romagna, non meno che in Liguria, nel Trentino e in Svizzera sempre a caccia di stimoli per portare il proletariato dentro la nazione dalla cui formazione era stato escluso nel corso della vicenda unitaria. L’occasione per tentare questa impresa gli venne offerta dalla Prima Guerra Mondiale alla quale lui prima si oppose, poi fece caute aperture agli interventisti, si dichiarò perfino neutralista per ragioni di tattica politica, per abbracciarla alla fine come “guerra rivoluzionaria”, secondo l’insegnamento di Georges Sorel e del sindacalismo rivoluzionario (oltre che del revisionismo marxista) che confluirono nella sua formazione insieme ad un certo nietzscheanesimo che s’impresse nel suo carattere come filosofia vitale per superare la “piccola” morale borghese. Il multiforme Mussolini che ci viene raccontato, perfino nei risvolti più intimi, è il camaleontico socialista che vuole abrogare il socialismo ibridandolo con la nazione; è l’affascinato seguace di Angelica Balabanoff che però studia Pareto e ne segue i corsi; è l’infedele eppur fedele ad una donna sola, la giovane Rachele; è il grande direttore dell”Avanti” che fonda un giornale di successo, “Il Popolo d’Italia”. E soprattutto “l’homme qui cerche”, come si firmava, che alla fine trova un popolo da plasmare, una nazione da inventare. Fino ad un certo punto, come sappiamo. Poi fu un’altra guerra ed una sciagurata alleanza a travolgere i suoi sogni. Ma di questo Farrell e Mazzuca parleranno in un altro libro. Speriamo.

di Gennaro Malgieri

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