Francesco Delzìo:”Bisogna sospendere i servizi a chi non paga tutto il dovuto” (La Stampa)

del 20 Luglio 2012

Da La Stampa – 20 luglio 2012
L’evasione è una vecchia abitudine degli italiani. «Di più. È una vera e propria “perversione culturale”, un modo di essere più furbi, molto celebrato nei decenni anche dal cinema nostrano» dice Francesco Delzìo, autore del libro «Lotta di tasse» che ha fatto discutere per le sue proposte shock anti-evasione.

Il risultato di questo «vizietto nazionale» è una tassazione record

«L’ingiustizia non sta tanto nel peso del Fisco italiano, che è comparabile con quello di altri Paesi europei. Il vero problema è l’ingiustizia fiscale che separa il mondo del lavoro dipendente da quello degli autonomi. I primi sono “fiscalmente schiavi” e i secondi sono liberi di autodeterminare la base imponibile. È questo il vero dato del pessimo funzionamento del nostro sistema fiscale».

Cosa dicono i numeri?

«Oggi i dipendenti sopportano il 78% del carico fiscale complessivo, però detengono soltanto il 30% della ricchezza. Questo dato dà la fotografia dell’ingiustizia fiscale su cui bisogna intervenire prima che si trasformi in un’esplosiva bolla sociale che già sta emergendo».

Allora qualcosa sta cambiando?

«Certo. Prima di tutto sta crescendo la consapevolezza sull’ingiustizia fiscale. Poi è clamoroso il fatto che i recenti blitz del Fisco hanno incontrato il favore dell’opinione pubblica. Quindi gli italiani si aspettano che si inizi a far pagare le tasse agli evasori e di conseguenza che si creino dei meccanismi che disincentivino il fenomeno».

Lei ha fatto delle proposte shock

Non le definirei shock. Piuttosto rispondono a una strategia radicalmente nuova che si chiama “espulsione sociale dell’evasore”. Funziona più del carcere».

Quali sono?

«Si parte dalla sospensione di servizi pubblici per chi evade in modo continuo e rilevante, tranne la sanità. Poi c’è la chiusura di quegli esercizi commerciali recidivi nell’evadere. Una terza proposta che lavora in positivo è quella dei “bollini blu” per i commercianti e i professionisti virtuosi. Questo deve diventare un elemento di mercato che ci porta a scegliere un bar rispetto a un altro».

[S. R.]

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