Vojislav Pavlović

Tito

L’artefice della Jugoslavia comunista

Cartaceo
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Josip Broz scelse il comunismo come la via per la propria ascensione sociale e seppe sopravvivere alle purghe per diventare Tito, il leader dei partigiani jugoslavi e il miglior discepolo di Stalin. Le sue

Josip Broz scelse il comunismo come la via per la propria ascensione sociale e seppe sopravvivere alle purghe per diventare Tito, il leader dei partigiani jugoslavi e il miglior discepolo di Stalin. Le sue ambizioni territoriali lo portarono alla rottura con Stalin nel 1948 e lo spinsero a cercare di riformare il regime comunista jugoslavo. L’autogestione come versione jugoslava del socialismo e la creazione del movimento di non allineati creò l’immagine di Tito come leader riformista. La sua ingegnosità a rinnovare il regime per assicurare la propria longevità non aveva come obiettivo di cambiarne la natura dittatoriale perché solo questa era in grado di assicurare che il suo potere rimanesse indiscusso. In questa ottica scelse di attuare le riforme politiche ed economiche rendendo possibile e accettando fondi provenienti dai Paesi capitalisti, solo fino a quando questi non avessero messo in pericolo la sua posizione personale.

Indice

Premessa

Il rivoluzionario (1892-1940)
1. L’infanzia, la gioventù, la Grande Guerra e il ritorno in patria (1892-1927) 
2. Dirigente del partito (1927-1934) 
3. Tito e il Comintern (1935-1940) 

Il signore della guerra (1941-1947)
1. Il preludio della guerra di Tito (gennaio-giugno 1941) 
2. La strategia di Tito nel conflitto etnico 
3. Il colpo di Stato 
4. La presa del potere 

Il presidente della Jugoslavia Non Allineata
1. All’ombra di Mosca (1948-1961) 
2. Le riforme (1961-1967) 
3. L’impasse degli ultimi anni (1967-1980)

Conclusione

Note

Bibliografia

Rassegna

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