AA.VV.

Epistemologia dell’economia nel “marginalismo” austriaco

a cura di Dario Antiseri

Cartaceo
39,90 42,00

Le discussioni (e i relativi risultati) su problemi di metodologia della storiografia e delle scienze sociali interessano ed hanno interessato, e non da oggi, filosofi, sociologi, storici, antropologi, psicologi e non pochi economisti. Sennonché,

Le discussioni (e i relativi risultati) su problemi di metodologia della storiografia e delle scienze sociali interessano ed hanno interessato, e non da oggi, filosofi, sociologi, storici, antropologi, psicologi e non pochi economisti. Sennonché, si dà il caso che i risultati metodologici degli economisti sono stati, in gran parte, ignorati da filosofi, storici e sociologi, sia in Europa che negli Stati Uniti – con la conseguenza che uno sguardo retrospettivo sulle vicende del Methodenstreit nelle scienze sociali permette di affermare che la sostanziale assenza di feconde ‘contaminazioni’ tra l’epistemologia degli economisti da una parte e quella degli storici e dei sociologi dall’altra non ha contribuito ad una migliore e più profonda soluzione dei problemi metodologici nelle scienze sociali. Il presente volume – Epistemologia dell’economia del marginalismo austriaco – porta a conoscenza i contributi dei marginalisti austriaci alla metodologia dell’economia e, più ampiamente delle scienze sociali. Lo scontro tra Carl Menger e Gustav Schmoller sul primato o meno del teorico; le decise critiche di Friedrich von Wieser nei riguardi della concezione ‘pragmatica’ (cioè ‘machiana’) di Joseph Schumpeter; la ripresa di temi mengeriani negli scritti epistemologici di Eugen von Böhm-Bawerk; i teoremi ‘prasseologici’ e l’individualismo metodologico di Ludwig von Mises; la critica del ‘costruttivismo’, la metodologia individualistica e il compito dello scienziato sociale (quale analisi delle conseguenze inintenzionali delle azioni umane intenzionali) in Friedrich A. von Hayek: sono queste le tematiche di fondo affrontate dai più prestigiosi rappresentanti della Scuola austriaca di economia – e all’interno delle quali si intessono riflessioni riguardanti i nuclei centrali della metodologia: il rapporto tra scienze fisico- naturalistiche e scienze storico-sociali; la spiegazione in fisica e in storiografia; questioni logiche connesse con l’idea di ‘verità’; l’ipoteticità o meno della base empirica della scienza; il ruolo dell’immaginazione e lo sfruttamento dell’errore negli sviluppi della ricerca; il primato del teorico (deduttivismo) o dell’osservazione (induttivismo); il rapporto della scienza economica con la psicologia ecc. Il volume – arricchito di una documentatissima e funzionale (per ricerche in metodologia) bibliografia proposta da Enzo Grillo – è un lavoro che si inserisce in un più ampio progetto di indagini sull’epistemologia dell’economia prima della Scuola austriaca e da analisi di ricerche successive agli Austriaci, con speciale riguardo ai neo-austriaci interessati al rapporto tra economia ed ermeneutica.