Dario Antiseri

Cristiano perché relativista, relativista perché cristiano

Per un razionalismo della contingenza

Cartaceo
9,50 10,00

Con una replica di mons. Rino Fisichella e una Lettera di Sergio Galvan
Secondo un ideale di sapere , consolidato nella tradizione filosofica occidentale , l’uomo razionale sarebbe colui che è in grado di fondare

Con una replica di mons. Rino Fisichella e una Lettera di Sergio Galvan
Secondo un ideale di sapere , consolidato nella tradizione filosofica occidentale , l’uomo razionale sarebbe colui che è in grado di fondare in modo certo e magari incontrovertibile teorie scientifiche, etiche, politiche e metafisiche. Ai nostri giorni, però , c’è da prendere atto che la riflessione filosofica più matura e scaltrita ha eroso simili concezione fondazionistica della filosofia sostituendo ad essa una prospettiva non-giustificazionistica cha ha portato al luce l’impossibilità di venire in possesso di fundamenta inconcussa non solo per le teorie scientifiche, ma anche per proposte filosofiche.
è esattamente a partire da siffatte metamorfosi dell’idea di razionalità che Dario Antiseri , negli sviluppi di un progetto che lo vede impegnato ormai da anni , cerca di reimpostare il rapporto tra ragione e fede, confrontandosi sia con quanti, in nome della ragione, hanno preteso di cancellare lo spazio della fede religiosa sia con coloro i quali, sempre in nome della ragione presumono che, priva delle loro costruzioni metafisiche, la fede religiosa sarebbe soltanto“una fabulazione più o meno vaga e mitica”.
Contro i“necrofori di Dio” e contro i“segretari dell’Assoluto”, in questo libro l’Autore intende porre in evidenza i limiti della ragione umana, vale a dire le ragioni di una riconquistata idea di contingenza, la cui consapevolezza impone di scegliere tra l’assurdo e la speranza. Tutto ciò a parte rationis. E, a parte fidei, che cosa di assoluto potrà mai esservi sulla faccia della Terra per un cristiano, la cui fede gli dice che solo Dio è assoluto?
Razionalismo della contingenzae, provocatoriamente, relativismo, inteso come impossibilità di costruire“assoluti terrestri”) chiama Antiseri questa sua proposta dove, razionalmente, viene colpita non la ragione (che è il nostro ben più prezioso) quanto piuttosto l’abuso della ragione (fonte di tante e immani tragedie). Tematiche filosofiche non eludibili, oggi più pressanti che mai dopo il crollo di tante illusioni“teoriche” e“pratiche”, le cui macerie abbiamo appena lasciato alle spalle. Tematiche non eludibili e, certamente, discutibili , come testimoniano l’impegnata Replica ad Antiseri di Mons. Rino Fisichella e le Critiche contenute nella lettera del Professor Sergio Galvan.

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