Fernando Miglietta

Fernando Miglietta, architetto, artista, critico e teorico. E’ uno dei protagonisti della cultura e della ricerca artistica e architettonica italiana.
Aperto ai codici più diversi, pratica la sua idea di “architettura plurale” come forte strumento educativo per una società libera nella ricerca di un nuovo spazio dell’esistenza.
“Personaggio-cerniera  nelle ipotesi di nuovi scenari del mondo” – lo ha definito Alessandro Mendini –  per la sua visione umanistica mista a sensibilità figurativa”.  
Intellettuale di punta da oltre trenta  anni, ha realizzato con il suo Laboratorio Città delle Arti  numerose opere e progetti di architettura, design e urbanistica con il coinvolgimento di artisti di rilievo internazionale, fra cui, Munari, Rotella, Perilli, Carmi, Patella.
Ha esposto la sua ricerca in rassegne e mostre personali, tra le altre, : Sezione storica “Emergenze della ricerca artistica in Italia 1950-1980”, XI Quadriennale d’arte di Roma, 1986; Esplorazioni Arte architettura ambiente, Salone d’Onore del Palazzo della Triennale di Milano (2001); 54.Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia- Puglia/Lecce, 2011.
Come critico ha curato numerose rassegne, fra le altre, Arte e Mezzogiorno, 1975; Obiettivo Mediterraneo, 1984; Ricognizione sud  Palazzo dei Congressi, XI Quadriennale d’Arte di Roma, 1986, Esplorazioni Arte architettura ambiente, Salone d’Onore del Palazzo della Triennale di Milano (2001); Il Padiglione Italia-Calabria, Lo stato dell’arte, della 54. Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia (2011).
Ha fatto parte del Comitato Tecnico Scientifico per il programma degli eventi culturali di rilievo internazionale, per il Quarto centenario dalla nascita di Mattia Preti (1613-2013).
Esperto dei rapporti arte-città, è stato Professore a contratto, fra le altre, di Storia dell’arte contemporanea e già di Teorie della ricerca architettonica, quale studioso di chiara fama, alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.
Dal  1995, Direttore dell’Istituto Internazionale di ricerca e cultura urbana Abitacolo, è autore di importanti pubblicazioni, tra cui per Laterza, Materia e Memoria (1986); Progettare l’immaginario (1990); per Abitacolo,  Estetica e Libertà (2000); Con Bruno Munari, L’arte, l’architettura, la città (2007); e per Rubbettino, L’Unità e le differenze, (1994);  Architettura plurale, (2004); La Sfida progettuale, (2007), La Forma plurale, (2009).  
È Direttore della rivista abitacolo, forme e linguaggi del contemporaneo.

Promotore del dialogo tra architetti e artisti e sostenitore dell’architettura come “disciplina del dialogo” e del coordinamento tra diversi saperi specialistici, la sua  ricerca artistica è legata all’idea di architettura plurale, un luogo teorico e creativo in cui convergono più componenti.  
Un interesse teorico e militante per l’idea di “pluralità” nella società italiana che Miglietta, dopo L’Unità e Le Differenze, rilancia proprio nel 1995, con il saggio Plurale a Sinistra (Rubbettino); un vero e proprio Manifesto sull’idea di pluralità e identità della società italiana e del pensiero e della forma politica democratica, quella che  nel recente “La Sfida progettuale”, Miglietta ha denominato la “prospettiva multipla”  di una “condizione plurale”, divenuta nella società italiana ed europea “coscienza critica e culturale, profezia progettuale del cambiamento”.
    Un’idea di futuro che evoca sempre più  la “forma plurale” della democrazia; una condizione di libertà – ha scritto Miglietta in “Architettura plurale” –  carica di immaginazione e creatività che se da una parte rilancia inediti orizzonti culturali, umani e spirituali, dall’ altra pone grandi interrogativi e nuove responsabilità di natura etica, estetica e politica.
    Idea di pluralità che accompagna Miglietta in tutta la sua ricerca, sia teorica, con scritti e saggi,  che creativa, con progetti e realizzazioni architettoniche.  
        
– “In un mondo come quello degli architetti italiani frammentato in posizioni diverse, scuole, tendenze, ma più spesso conventicole occupate soprattutto a distinguersi e a mettere in piedi artificiosi conflitti, – scrive Paolo Portoghesi nell’introduzione al libro di Fernando Miglietta, Architettura plurale, Le opere, gli scritti, la critica, Rubbettino, 2004 – una figura come quella di Fernando Miglietta, animatore culturale di grande apertura, promotore del dialogo tra architetti e artisti e sostenitore della architettura come disciplina del dialogo e del coordinamento tra diversi saperi specialistici, costituisce una luminosa eccezione. “Battersi per una architettura educativa, non puramente auto-referenziale, come tanta della architettura di questi primi anni del nuovo secolo, per Miglietta, vuol dire opporsi alla moda vigente affrontando le difficoltà che nascono dal dissenso, ma vuol dire anche preparare l’architettura di domani”.
– “ L’architettura di Fernando Miglietta è, dunque, un luogo plurale e dinamico, – osserva Franco Purini nella presentazione  al volume di Miglietta – un luogo teorico e creativo in cui convergono più componenti, tra le quali un’idea del costruire come esito di un forte impegno sociale nei confronti della comunità; un’autentica e sempre coinvolgente attenzione per le prospettive imprevedibili e avventurose dell’arte; un interesse motivato per gli scenari complessi e mutevoli della comunicazione.
Nella pluralità di riferimenti su cui operano i suoi progetti – una progettualità, come ha osservato acutamente Bruno Zevi, che va “ dall’architettura all’urbanistica, al campo più specificatamente artistico, al nuovo processo di pianificazione del territorio” –  Miglietta, scrive Renato Nicolini, sceglie per sé il ruolo, piuttosto che di ( medioevale) maestro artigiano di ( moderno) regista”.
     “ L’immaginazione è capacità di progettare: un grande pregio della architettura scolastica di Miglietta – ha scritto Giulio Carlo Argan – è di non essere l’esecuzione di un progetto, ma progettazione in atto ”. Miglietta – scrive Enrico Crispolti – pratica infatti “l’architettura in senso critico, mettendola in causa, non tuttavia invocandone il rinnovamento, la salvezza, al suo interno, ma provocandola in un confronto al suo esterno; coinvolgendola infatti nel confronto con la dinamica associativa e metamorfica della molteplicità interferita dell’immagine plurale che dà volto al vissuto sociale attuale, naturalmente soprattutto urbano, dinamicamente contaminatorio, conflittualmente disorientato, seduttivo e sedotto quanto anche virtualmente antagonistico”.
 “ Del resto – scrive Gillo Dorfles – , Miglietta nel suo impegno teorico e artistico ha sempre apertamente manifestato un’impostazione dissacratoria ed eretica di un’arte dell’architettura e della città come forte strumento educativo, stimolatore della fantasia degli abitanti per una società libera”, nella costante ricerca – ha scritto Pierre Restany – “ di un nuovo spazio come ambiente spirituale e umano dell’esistenza e dell’habitat in un presente aperto alla verità del sentimento e alla felicità di un sogno costantemente in risveglio”.

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