Staurós - Nuova Serie

Rivista semestrale della Diocesi di Locri-Gerace.

Direttore: Carmela Maria Spadaro
Direttore responsabile: Giovanni Lucà

Comitato scientifico: Donato Ameduri, Alessio Bruno Bedini, Antonella Bongarzone, Domenico Capponi, Vincenzo Cataldo, Don Bruno Cirillo, Don Antonio

Rivista semestrale della Diocesi di Locri-Gerace.

Direttore: Carmela Maria Spadaro
Direttore responsabile: Giovanni Lucà

Comitato scientifico: Donato Ameduri, Alessio Bruno Bedini, Antonella Bongarzone, Domenico Capponi, Vincenzo Cataldo, Don Bruno Cirillo, Don Antonio Finocchiaro, Danilo Franco, Giuseppe Mantella, Francesca Martorano, Gaia Mazzacane, Maria Pia Mazzitelli, Giorgio Metastasio, Marilisa Morrone, Vincenzo Naymo, Giacomo Oliva, Carlo Pelliccia, Filippo Racco, Domenico Romeo, Enzo Romeo, Carmela Maria Spadaro, Attilio Spanò, Antonino Tranchina, Elena Trunfio

Comitato di redazione: Donato Ameduri, Antonella Aricò, Giovanni Armeni, Nicola Commisso, Giuseppe de Pace, Marilisa Morrone, Vincenzo Naymo

Direzione, redazione, amministrazione: Locri, Episcopio

Staurós. Rivista storico-artistica della diocesi di Locri-Gerace, Editore Rubbettino, che aveva avuto come data del primo numero il 31 maggio 2013, con un percorso di 12 pubblicazioni dal dicembre 2013 al dicembre 2019, ritorna ora in una nuova serie. Diverse vicissitudini ne avevano interrotto le pubblicazioni. La prematura scomparsa del prof. Enzo D’Agostino, che ne era stato il vero cuore pulsante e, prima ancora, gli eventi legati alla pandemia, i cui effetti hanno inciso profondamente nella vita di ciascuno di noi, modificandone scelte e ritmi del vivere quotidiano, avevano fermato bruscamente la pregevole iniziativa voluta dal mio predecessore.

Il tempo trascorso ha fatto maturare una riflessione interessante, che ha convinto un gruppo di studiosi, per lo più storici, a riprenderne la pubblicazione. Dal rinnovato gruppo è emersa la volontà di riprendere il cammino, in modo da rispondere all’istanza di riportare alla luce figure, testimonianze, documenti storici, meritevoli di essere conosciuti e valorizzati. Tanti piccoli tasselli che contribuiranno – ne sono convinto – a comporre un mosaico capace di rendere idea della storia del nostro territorio. Con le sue luci e le sue ombre. E non solo; il raggio di azione si allarga, gli ambiti della ricerca e dello studio saranno: Storia, Arte, Archeologia, Diritto e Società, guardando quindi a nuovi settori che la precedente serie non contemplava, in modo da favorire un’analisi più ampia del territorio diocesano, dalla quale possa emergere quel substrato storico-culturale che è alle radici di questo nostro tempo.

Ci muove l’istanza di valorizzare il ricco patrimonio culturale e di storia religiosa del territorio diocesano e di trasmetterne la memoria soprattutto ai più giovani, perché dal passato possano attingere coraggio, fiducia e speranza. Una motivazione forte, avvertita in maniera nitida e condivisa da un gruppo di studiosi, che mi ha convinto della necessità di non disperdere questo importante strumento di conoscenza. Se a ciò si aggiunge che, negli ultimi anni, i percorsi portati avanti dalla Diocesi – tra cui mi piace ricordare Arte e Fede – per divulgare il nostro patrimonio storico-artistico, culturale e religioso, stanno attirando verso la Cittadella vescovile di Gerace studiosi provenienti da varie università ed Enti di cultura, sia nazionali che internazionali, la possibilità di incentivare la ricerca e offrire uno spazio idoneo a pubblicarne gli studi rende ancor più necessario ridare vita alla Rivista.

Pur mantenendo il titolo Staurós, scelta che esalta le origini magnogreche, cristiane e bizantine di questo territorio, la Rivista si presenta in una veste rinnovata, segno di continuità, ma, al tempo stesso, di novità: una nuova Direzione scientifica, l’inserimento nel Comitato scientifico di giovani ricercatori di storia locale, accanto a studiosi autorevoli, appartenenti a diverse aree disciplinari, provenienti dal mondo accademico nazionale e internazionale, così come la nuova veste grafica voluta per la copertina, rendono evidente la volontà di innestare questa Nuova serie di Staurós nel solco della tradizione pur se con lo sguardo rivolto al futuro.

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    Staurós - Nuova Serie

    Rivista semestrale della Diocesi di Locri-Gerace.

    Direttore: Carmela Maria Spadaro
    Direttore responsabile: Giovanni Lucà

    Comitato scientifico: Donato Ameduri, Alessio Bruno Bedini, Antonella Bongarzone, Domenico Capponi, Vincenzo Cataldo, Don Bruno Cirillo, Don Antonio Finocchiaro, Danilo Franco, Giuseppe Mantella, Francesca Martorano, Gaia Mazzacane, Maria Pia Mazzitelli, Giorgio Metastasio, Marilisa Morrone, Vincenzo Naymo, Giacomo Oliva, Carlo Pelliccia, Filippo Racco, Domenico Romeo, Enzo Romeo, Carmela Maria Spadaro, Attilio Spanò, Antonino Tranchina, Elena Trunfio

    Comitato di redazione: Donato Ameduri, Antonella Aricò, Giovanni Armeni, Nicola Commisso, Giuseppe de Pace, Marilisa Morrone, Vincenzo Naymo

    Direzione, redazione, amministrazione: Locri, Episcopio

    Staurós. Rivista storico-artistica della diocesi di Locri-Gerace, Editore Rubbettino, che aveva avuto come data del primo numero il 31 maggio 2013, con un percorso di 12 pubblicazioni dal dicembre 2013 al dicembre 2019, ritorna ora in una nuova serie. Diverse vicissitudini ne avevano interrotto le pubblicazioni. La prematura scomparsa del prof. Enzo D’Agostino, che ne era stato il vero cuore pulsante e, prima ancora, gli eventi legati alla pandemia, i cui effetti hanno inciso profondamente nella vita di ciascuno di noi, modificandone scelte e ritmi del vivere quotidiano, avevano fermato bruscamente la pregevole iniziativa voluta dal mio predecessore.

    Il tempo trascorso ha fatto maturare una riflessione interessante, che ha convinto un gruppo di studiosi, per lo più storici, a riprenderne la pubblicazione. Dal rinnovato gruppo è emersa la volontà di riprendere il cammino, in modo da rispondere all’istanza di riportare alla luce figure, testimonianze, documenti storici, meritevoli di essere conosciuti e valorizzati. Tanti piccoli tasselli che contribuiranno – ne sono convinto – a comporre un mosaico capace di rendere idea della storia del nostro territorio. Con le sue luci e le sue ombre. E non solo; il raggio di azione si allarga, gli ambiti della ricerca e dello studio saranno: Storia, Arte, Archeologia, Diritto e Società, guardando quindi a nuovi settori che la precedente serie non contemplava, in modo da favorire un’analisi più ampia del territorio diocesano, dalla quale possa emergere quel substrato storico-culturale che è alle radici di questo nostro tempo.

    Ci muove l’istanza di valorizzare il ricco patrimonio culturale e di storia religiosa del territorio diocesano e di trasmetterne la memoria soprattutto ai più giovani, perché dal passato possano attingere coraggio, fiducia e speranza. Una motivazione forte, avvertita in maniera nitida e condivisa da un gruppo di studiosi, che mi ha convinto della necessità di non disperdere questo importante strumento di conoscenza. Se a ciò si aggiunge che, negli ultimi anni, i percorsi portati avanti dalla Diocesi – tra cui mi piace ricordare Arte e Fede – per divulgare il nostro patrimonio storico-artistico, culturale e religioso, stanno attirando verso la Cittadella vescovile di Gerace studiosi provenienti da varie università ed Enti di cultura, sia nazionali che internazionali, la possibilità di incentivare la ricerca e offrire uno spazio idoneo a pubblicarne gli studi rende ancor più necessario ridare vita alla Rivista.

    Pur mantenendo il titolo Staurós, scelta che esalta le origini magnogreche, cristiane e bizantine di questo territorio, la Rivista si presenta in una veste rinnovata, segno di continuità, ma, al tempo stesso, di novità: una nuova Direzione scientifica, l’inserimento nel Comitato scientifico di giovani ricercatori di storia locale, accanto a studiosi autorevoli, appartenenti a diverse aree disciplinari, provenienti dal mondo accademico nazionale e internazionale, così come la nuova veste grafica voluta per la copertina, rendono evidente la volontà di innestare questa Nuova serie di Staurós nel solco della tradizione pur se con lo sguardo rivolto al futuro.

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