Oltre il rancore

Viaggio nel ceto medio italiano dal dopoguerra alla pandemia

a cura di Enzo Risso

Prefazione di Lorenzo Malagola

Cartaceo
15,20 16,00

Gli elementi caratterizzanti l’animus della middle class italiana, che la distinguono dagli altri segmenti sociali, possono essere descritti in un decalogo (vedi in particolare il sesto capitolo di Risso): una minor presa del senso

Gli elementi caratterizzanti l’animus della middle class italiana, che la distinguono dagli altri segmenti sociali, possono essere descritti in un decalogo (vedi in particolare il sesto capitolo di Risso): una minor presa del senso del dovere; una maggiore valenza degli aspetti relazionali quali amicizia e equilibrio; una certa attenzione alla cultura; la ricerca di una vita dinamica e vitale; una maggiore valenza del tema sicurezza; il maggior peso del concetto di forza; una maggiore pulsione verso l’essere una persona aperta; una minore propensione alla leggerezza fine a se stessa; una non particolare propensione alla spiritualità e al credo; la ricerca del bello, dell’eleganza e dell’ammirazione. La middle class ha ampiamente abbandonato la volontà di realizzare nuovi futuri sociali, ma è concentrata sul dare valore alle cose che “costituiscono il tutto dell’esistenza”, che generano senso narrativo per sentirsi su un gradino nella scala sociale più alto o particolare e differente.  Gestire il tempo, dimostrare la distanza dagli altri, mangiare in modo ricercato, teatralizzare il proprio sapere e quello dei figli, mostrare il peso e il valore delle proprie relazioni sono i tratti complessivi del copione dell’esistenza che piace mettere in scena a una gran parte del ceto medio. Il quadro che esce dalla lettura di Oltre il rancore è a tinte fosche: il pessimismo ha preso il sopravvento, gli stati di conflitto sembrano nuvole all’orizzonte, l’infragilimento è complessivo. Eppure, abbiamo il dovere di leggere più in profondità i tentativi di risposta del ceto medio italiano. Occorre volgere lo sguardo anche alla sua resilienza, alla sua indomita costruzione di filiere produttive e di senso per il lavoro, al ripensamento nei gusti e nelle aspirazioni.