Emanuele Stolfi

Iri o non Iri, questo è il dilemma (della Cdp)

Prefazione di Paolo Cirino Pomicino

Cartaceo
15,20 16,00

Mentre la crisi industriale italiana si avvita su se stessa, il dibattito su un nuovo piano strategico per uscire dall’impasse non va oltre l’esistente, cioè il Pnrr. La funzione della Cassa depositi e prestiti

Mentre la crisi industriale italiana si avvita su se stessa, il dibattito su un nuovo piano strategico per uscire dall’impasse non va oltre l’esistente, cioè il Pnrr. La funzione della Cassa depositi e prestiti nei suoi 170 anni di storia ha visto allargarsi il proprio orizzonte ed estendersi le competenze a servizio del Paese in uno scenario nazionale, europeo e globale sempre più complesso. Ma quello che nelle intenzioni dei riformatori doveva diventare il pivot della crescita e del cambiamento dell’economia italiana, quella di investitore di lungo periodo a sostegno degli enti locali e delle imprese, si è rivelata nei fatti, sì una funzione essenziale, ma evidentemente non idonea, o quanto meno non sufficiente ad affrontare problemi nuovi e complessi che richiedono terapie non solo finanziarie. In questo contesto il riferimento all’esperienza dell’Iri non è la riproposizione di un modello di intervento pubblico nell’economia, ma neppure la “damnatio memoriae” che accompagna ormai qualsiasi riferimento a quell’esperienza. È come se nella dottrina economica contemporanea se ne volesse cancellare qualsiasi traccia, come se non fosse mai esistito. Invece quell’intervento economico, finanziario e industriale dello Stato andrebbe riletto oggi alla luce della fase recessiva e di ristagno degli investimenti industriali privati che l’Italia in particolare, ma più in generale i sistemi economici europei, attualmente attraversano. A questo scopo il libro, sostenitore dichiarato dell’intervento regolatorio e integrativo dello Stato imprenditore rispetto al mercato, mette a confronto le idee di protagonisti riconosciuti della scena economica contemporanea, come Antonino Turicchi, Vito Gamberale o Giulio Sapelli, con l’esperienza vincente del connubio tra l’impresa pubblica e l’impresa privata, testimoniata (virtualmente) dai più rappresentativi artefici di quella fase storica, come l’intervista ad Alberto Beneduce, ricostruita rigorosamente attraverso la sua opera e la storiografia dell’Iri, e quella a Giuseppe Petrilli, tratta dal suo straordinario archivio. In un quadro di intollerabili disuguaglianze economiche e sociali, spicca in Italia la scomparsa di qualunque accenno di strategia industriale sostituita dalla politica dei bonus che ne è l’assoluta negazione. Il libro entra a gamba tesa nei santuari della finanza globale svelandone eccessi e conseguenze perverse.

Indice

Prefazione di Paolo Cirino Pomicino

Capitolo I
1929-2008-2022. Tre crisi a confronto

Capitolo II
1992, l’annus horribilis avvia la deindustrializzazione del Paese

Capitolo III
Torna ad aleggiare il fantasma dell’Iri

Capitolo IV
La grande industria lascia il Paese

Capitolo V
2003. Cdp cambia pelle, ma il dna resta finanziario

Capitolo VI
Incertezza strategica e carosello manageriale

Capitolo VII
Il patrimonio della Cassa e l’idolatria del mercato

Capitolo VIII
Una holding simil-Iri per le partecipazioni pubbliche

Conclusioni
Bibliografia

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