Enrico Caniglia

Identità, partecipazione e antagonismo nella politica giovanile

Cartaceo
9,50 10,00

Il rapporto tra giovani e politica è senz”altro uno dei temi più controversi nel dibattito scientifico e politico attuale. In questo volume la politica giovanile è interpretata attraverso le sue relazioni con il processo

Il rapporto tra giovani e politica è senz”altro uno dei temi più controversi nel dibattito scientifico e politico attuale. In questo volume la politica giovanile è interpretata attraverso le sue relazioni con il processo di mutamento sociale in atto. Il concetto chiave da cui si fa partire questa esplorazione originale del rapporto giovani-politica è quello di ”identità”. Attraverso l’impiego di una metodologia qualitativa incentrata sul modello dell’intervista-racconto si sono ricostruiti i percorsi biografici e di formazione dell’identità politica individuale di un gruppo di giovani impegnati nelle più diverse forme partecipative: dai centri sociali ai collettivi studenteschi, dalle associazioni ai movimenti giovanili dei partiti, dai movimenti sociali ai recentissimi movimenti attivi nella rete. Dalle interviste emerge chiaramente come l’identità politica individuale non viene più definita attraverso il rapporto con le identificazioni collettive tradizionali, di classe o ideologiche, piuttosto nasce e si sviluppa in riferimento all’universo del vissuto personale. l’identità politica si fa allora aperta, flessibile e sperimentale. Questo processo di ”individualizzazione dell’identità politica” costituisce la prospettiva d’analisi con cui leggere in modo unitario le diverse tendenze che emergono nel mondo giovanile: dalla predilezione per le questioni etico/universali (la pace, la cooperazione internazionale allo sviluppo, la tutela dell’ambiente etc.) e per le forme di solidarietà basate sui piccoli gruppi, al rifiuto per le ideologie e le esperienze politiche tradizionali, ”in primis’ i partiti. Ne scaturisce un’immagine della politica giovanile come di qualcosa certamente assai discontinua nelle sue manifestazioni, ma che pur tuttavia esclude ogni frettolosa conclusione circa l’apatia e il disinteresse come destino inevitabile delle nuove generazioni.