Corrado Dollo

Galileo Galilei e la cultura della tradizione

a cura di Giancarlo Magnano San Lio, Giuseppe Bentivegna, Santo Burgio

Cartaceo
42,75 45,00

introduzioni di Giuseppe Bentivegna, WIlliam R. Shea
Nei saggi che compongono il presente volume, l’autore non condivide la tesi continuista di Duhem, Wallace e altri, e la portata della rivoluzione galileiana emerge nella valenza epocale

introduzioni di Giuseppe Bentivegna, WIlliam R. Shea
Nei saggi che compongono il presente volume, l’autore non condivide la tesi continuista di Duhem, Wallace e altri, e la portata della rivoluzione galileiana emerge nella valenza epocale proprio perché non si tratta di una tesi precostituita ma del risultato di una ricerca in cui le distinzioni delle parti sono colte con chiarezza e profondità. Grazie a questo metodo, le pagine sulla cultura filosofica, scientifica e teologica dei padri del Collegio Romano offrono uno spaccato di posizioni che altrimenti sarebbero rimaste inedite. l’approfondimento delle reportationes dei padri Gesuiti costituisce uno dei momenti più originali del volume e su di esso l’autore intendeva tornare editando per intero le reportationes di Muzio Vitelleschi e Paolo Valla oltre ad altre di Gerolamo Piccolomini e Odo van Maelcote. Attraverso la comprensione dall’interno delle ragioni dei filosofi naturali del Collegio Romano emerge la loro profonda diversità dalle ipotesi cosmologiche, filosofiche e interpretative della Sacra Scrittura di Galilei. La cultura dei Gesuiti, affrontata senza le ripulse ideologiche proprie di certa storiografia precedente (fatte alcune debite eccezioni), lascia apparire differenze e contraddizioni di non poco valore. E tuttavia, la discontinuità galileiana è affermata con convinzione per il fatto che le ragioni dei tradizionalisti sono ricostruite quasi per intero anche dove le aperture verso Galieli sembrano più sincere e convinte (si leggano ad esempio le pagine su Scheiner).

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