Annarosa Macrì

Da che parte sta il mare

“L’estate di quell’anno la nostra casa fu un capanno di legno ai Bagni Procopio…” Quell’anno, c’è un anno nella vita di tutti che è metafora della vita intera, era il 1956 e il capanno

“L’estate di quell’anno la nostra casa fu un capanno di legno ai Bagni Procopio…” Quell’anno, c’è un anno nella vita di tutti che è metafora della vita intera, era il 1956 e il capanno era ai Bagni Procopio della punta estrema della Calabria, davanti alla Sicilia e al suo mare. Era la vigilia del boom economico ed era un pezzo di un Sud pieno di ferite e lontanissimo dal resto del Paese. Anna ha otto anni, apre i suoi occhi innocenti sul mondo attraverso le vicende della sua famiglia girovaga, intellettuale, autarchica, e lo racconta con lo stupore crudele che solo i bambini posseggono. Guendalina che nasce e Dio che si nasconde, “Il Cittadino” che esce e suo padre che muore. Da che parte sta il mare?, chiede Anna a sua madre quando i confini della sua giornata diventano soffocanti. Il mare c’è sempre, anche se non si vede, le risponde sua madre, ed è infinito. Come la scrittura, l’unica arma di libertà e di liberazione, in grado di raccontare quello che si vede, e soprattutto quello che non si vede.

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collana: Patipatisse, bic: BG, 2013, pp 202, Italiano
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isbn: 9788849837896