Giuseppe Giglio

Capolavori del seicento e settecento napoletano

Cartaceo
23,75 25,00

La crescente attenzione che la critica ha rivolto al collezionismo nobiliare, sulla scia delle indagini storiche condotte sulla nobiltà feudale dal Galasso, dal Placanica, dal Caridi e dal Musi, ha consentito il recupero di

La crescente attenzione che la critica ha rivolto al collezionismo nobiliare, sulla scia delle indagini storiche condotte sulla nobiltà feudale dal Galasso, dal Placanica, dal Caridi e dal Musi, ha consentito il recupero di tracce fondamentali di un orientamento autocelebrativo, siglato da ragioni di rappresentanza territo- 11 riale ed extraterritoriale. Un passato, pertanto, ripercorso attraverso la rilettura di inventari, lettere e documenti di pagamento, che hanno consentito di riaffermare una costante crescita collezionistica in ambienti periferici, ma strettamente legati al centro partenopeo, a seguito di trasferimenti, di matrimoni, di vendite patrimoniali o di donazioni. A fronte della memoria di quanto affidato a testimonianze d’epoca, in tempi più recenti ha trovato spazio un orientamento di riconsiderazione delle potenzialità collezionistiche attraverso una costante veri¿ca della circolazione delle opere d’arte meridionali nel mercato dell’arte. Al tradizionale ruolo dell’antiquario, che si poneva quale garante dell’autenticità del prodotto, spesso sottoscritto da esperti del settore storico-artistico, si è venuto affiancando una vasta rete di aste nazionali e internazionali, che grazie ad internet ha consentito di essere aggiornati, se non allertati, sulle presenze in asta di artisti maggiori e minori del panorama artistico napoletano.

collana: Il collezionismo privato in calabria, bic: A, 2015, pp 216

isbn: 9788849844603