Antonio Patuelli

Nuova Europa o neonazionalismo

La grave crisi “nel” capitalismo rischia di essere confusa con la crisi “del” capitalismo e rischia, ancora, di far confondere una grave crisi “nell’Europa” con la crisi “dell’Europa”. Il saggio di Patuelli è un

La grave crisi “nel” capitalismo rischia di essere confusa con la crisi “del” capitalismo e rischia, ancora, di far confondere una grave crisi “nell’Europa” con la crisi “dell’Europa”. Il saggio di Patuelli è un percorso di lettura della crisi di valori prima ancora che economica; un percorso che accompagna il lettore nella decifrazione di meccanismi solo apparentemente economici, ma che in realtà sono gli elementi essenziali di quella cultura delle regole di mercato che siano capaci al contempo di non soffocarlo e garantirne un più corretto ed equilibrato funzionamento. L’Europa è il palcoscenico di questo racconto; Europa trasformata in un disegno confuso, incompiuto e assai spesso percepito come luogo di burocrati, lontana dai diritti e dai bisogni dei cittadini. Perché ciò è avvenuto? Si possono recuperare gli alti ideali originari? È ancora possibile? Il racconto dimostra che sì, è possibile: occorre rimettere in ordine le idee, ricordandoci da dove veniamo e com’è stato complesso e tortuoso il cammino finora realizzato. Occorre un momento ri-costituente per la nuova Europa, facendo convergere le istanze degli Stati nazionali e del Parlamento europeo per l’adozione di una vera Costituzione europea. Il costituzionalismo è, infatti, la via maestra per le democrazie e le libertà. L’alternativa è sempre più fra democrazie costituzionali e dispotismi, vecchi o nuovi, fra rivoluzioni autoritarie e nazionaliste e la cultura occidentale frutto di secoli di evoluzioni sociali verso la civiltà e le libertà. L’alternativa è sempre più fra Europa della libertà e gli estremismi religiosi e intolleranti che fanno prevalere la violenta interpretazione estrema di regole religiose sulla dignità dell’individuo, sulle libertà e sui diritti di cittadinanza innanzitutto delle donne. I principi non si impongono con la forza della violenza, ma con le idee ed il metodo della ragione.

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