Quaderni di Archeologia

Rivista annuale diretta da Anna Calderone

Nel momento in cui mi accingo ad assumere la responsabilità della direzione dei Quaderni di Archeologia è doveroso che mi rivolga a chi ha

Rivista annuale diretta da Anna Calderone

Nel momento in cui mi accingo ad assumere la responsabilità della direzione dei Quaderni di Archeologia è doveroso che mi rivolga a chi ha seguito e segue con interesse questa rivista. Fondata e diretta con particolare impegno da Ernesto De Miro, essa ha iniziato la sua pubblicazione nel 1985, con il titolo Quaderni dell’Istituto di Archeologia della Facoltà di Lettere e Filosofia della Università di Messina, con fascicoli annuali giunti fino al numero 9. In tutti questi anni è stata sostenuta dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina e dall’Assessorato Regionale Siciliano ai BB.CC.AA.

Oggi La rivista riprende La sua pubblicazione con un titolo lievemente modificato, rispetto al precedente. Il nuovo titolo, oltre che per ragioni editoriali si deve al fatto che, coerentemente alle innovazioni universitarie, L’Istituto di Archeologia si è sciolto ed è confluito nel Dipartimento di Scienze dell’Antichità.

Pur con queste parziali modifiche, La linea programmatica della “nuova” rivista sarà di continuità con la tradizione della precedente. Riferirsi alla tradizione della precedente significa riferirsi al direttore uscente e fondatore della stessa, Ernesto De Miro, al quale voglio qui esprimere un caloroso ringraziamento che non è solo di natura personale, ma anche e specificatamente di natura professionale. Sia chiaro, l’attività e la figura di Ernesto De Miro sono ben note, e non richiedono certo ulteriori riconoscimenti da parte mia. Nel momento in cui ne raccolgo questa impegnativa eredità, tuttavia, mi sembra utile ricordare qui brevemente ciò che ha significato per tutta la comunità scientifica la rivista che mi avvio a dirigere.

Ricordo che la rivista è nata come riflesso dell’intensa attività, sia nella direzione degli approfondimenti teorici che in quella della ricerca empirica, nella quale è stato impegnato l’Istituto di Archeologia. Di questa attività i Quaderni hanno costituito una testimonianza, attraverso una costante documentazione dell’intensità, dell’ampiezza e della varietà degli interessi e dell’impegno scientifico. Al centro dei temi trattati nella rivista sono stati gli aspetti storico-archeologici artistici economico-sociali della Sicilia e della Magna Grecia. Su questo tema si sono distinti i contributi di numerosi studiosi italiani e stranieri che hanno arricchito il patrimonio di conoscenze di questa area del Mediterraneo così ricca per la conoscenza e la ricostruzione del mondo antico. La varietà dei settori affrontati – storia, archeologia, storia dell’arte, storia delle religioni, numismatica, epigrafia – ne ha fatto un costante punto di riferimento per tutta la comunità scientifica.

La rivista ha costituito, poi, punto di riferimento di tanti giovani laureati che, parte attiva delle attività di ricerca dell’Istituto, hanno contribuito con i loro studi alla crescita e alla visibilità dei Quaderni.

Oggi, questa “nuova” veste della rivista non intende assolutamente allontanarsi dalla linea e dagli obiettivi della precedente. In questa direzione, il mio auspicio è quello di poter continuare a mantenere alto il livello raggiunto e il suo prestigioso signticato culturale, confidando nell’appoggio di quanti possono e vogliono facilitare questo obiettivo.

Ed è proprio nell’incamminarsi di questa direzione che abbiamo scelto di inaugurare questi nuovi Quaderni di Archeologia dedicando il primo numero ad uno studioso che ha profondament e segnato, nel corso della seconda metà del secolo XX, il percorso degli studi di archeologia: Luigi Bernabò Brea. A lui maestro di umanità e di scienze, si deve il merito di aver portato alla ribalta internazionale il ruolo della Sialia e dell’Italia nel Mediterraneo antico. A Luigi Bernabò Brea siamo profondamente grati per avere già a suo tempo scelto la nostra rivista come sede per pubblicare i due articoli che presentiamo.

Un ringraziamento, infine, va all’Università di Messina, al cui generoso contributo si deve la stampa del primo numero della “nuova” rivista, e che ne ha assicurato il costante sostegno per il mantenimento dell’annualità della pubblicazione.

Anna Calderone

Messina, luglio 2000

Quaderni di Archeologia

Rivista annuale diretta da Anna Calderone

Nel momento in cui mi accingo ad assumere la responsabilità della direzione dei Quaderni di Archeologia è doveroso che mi rivolga a chi ha seguito e segue con interesse questa rivista. Fondata e diretta con particolare impegno da Ernesto De Miro, essa ha iniziato la sua pubblicazione nel 1985, con il titolo Quaderni dell’Istituto di Archeologia della Facoltà di Lettere e Filosofia della Università di Messina, con fascicoli annuali giunti fino al numero 9. In tutti questi anni è stata sostenuta dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina e dall’Assessorato Regionale Siciliano ai BB.CC.AA.

Oggi La rivista riprende La sua pubblicazione con un titolo lievemente modificato, rispetto al precedente. Il nuovo titolo, oltre che per ragioni editoriali si deve al fatto che, coerentemente alle innovazioni universitarie, L’Istituto di Archeologia si è sciolto ed è confluito nel Dipartimento di Scienze dell’Antichità.

Pur con queste parziali modifiche, La linea programmatica della “nuova” rivista sarà di continuità con la tradizione della precedente. Riferirsi alla tradizione della precedente significa riferirsi al direttore uscente e fondatore della stessa, Ernesto De Miro, al quale voglio qui esprimere un caloroso ringraziamento che non è solo di natura personale, ma anche e specificatamente di natura professionale. Sia chiaro, l’attività e la figura di Ernesto De Miro sono ben note, e non richiedono certo ulteriori riconoscimenti da parte mia. Nel momento in cui ne raccolgo questa impegnativa eredità, tuttavia, mi sembra utile ricordare qui brevemente ciò che ha significato per tutta la comunità scientifica la rivista che mi avvio a dirigere.

Ricordo che la rivista è nata come riflesso dell’intensa attività, sia nella direzione degli approfondimenti teorici che in quella della ricerca empirica, nella quale è stato impegnato l’Istituto di Archeologia. Di questa attività i Quaderni hanno costituito una testimonianza, attraverso una costante documentazione dell’intensità, dell’ampiezza e della varietà degli interessi e dell’impegno scientifico. Al centro dei temi trattati nella rivista sono stati gli aspetti storico-archeologici artistici economico-sociali della Sicilia e della Magna Grecia. Su questo tema si sono distinti i contributi di numerosi studiosi italiani e stranieri che hanno arricchito il patrimonio di conoscenze di questa area del Mediterraneo così ricca per la conoscenza e la ricostruzione del mondo antico. La varietà dei settori affrontati – storia, archeologia, storia dell’arte, storia delle religioni, numismatica, epigrafia – ne ha fatto un costante punto di riferimento per tutta la comunità scientifica.

La rivista ha costituito, poi, punto di riferimento di tanti giovani laureati che, parte attiva delle attività di ricerca dell’Istituto, hanno contribuito con i loro studi alla crescita e alla visibilità dei Quaderni.

Oggi, questa “nuova” veste della rivista non intende assolutamente allontanarsi dalla linea e dagli obiettivi della precedente. In questa direzione, il mio auspicio è quello di poter continuare a mantenere alto il livello raggiunto e il suo prestigioso signticato culturale, confidando nell’appoggio di quanti possono e vogliono facilitare questo obiettivo.

Ed è proprio nell’incamminarsi di questa direzione che abbiamo scelto di inaugurare questi nuovi Quaderni di Archeologia dedicando il primo numero ad uno studioso che ha profondament e segnato, nel corso della seconda metà del secolo XX, il percorso degli studi di archeologia: Luigi Bernabò Brea. A lui maestro di umanità e di scienze, si deve il merito di aver portato alla ribalta internazionale il ruolo della Sialia e dell’Italia nel Mediterraneo antico. A Luigi Bernabò Brea siamo profondamente grati per avere già a suo tempo scelto la nostra rivista come sede per pubblicare i due articoli che presentiamo.

Un ringraziamento, infine, va all’Università di Messina, al cui generoso contributo si deve la stampa del primo numero della “nuova” rivista, e che ne ha assicurato il costante sostegno per il mantenimento dell’annualità della pubblicazione.

Anna Calderone

Messina, luglio 2000

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