AA.VV.

Tra diritto e storia

Studi in onore di Luigi Berlinguer promossi dalle Università di Siena e di Sassari Tomi I e II

Cartaceo
76,00 80,00

Questo volume, attraverso i saggi scritti da tanti colleghi e amici di Luigi Berlinguer che con lui hanno studiato o lavorato, riesce a tracciare un ritratto particolarmente interessante della sua figura e della sua

Questo volume, attraverso i saggi scritti da tanti colleghi e amici di Luigi Berlinguer che con lui hanno studiato o lavorato, riesce a tracciare un ritratto particolarmente interessante della sua figura e della sua opera. Di questo ringrazio il Comitato scientifico e quanti hanno ideato il volume e lo hanno curato nella sua complessa realizzazione.
Certamente non è facile scrivere la premessa a un volume che ripercorre la vita professionale di Luigi Berlinguer e la sua biografia scientifica. Vorremmo ricordarlo come apprezzato docente e rettore illuminato, come ministro della Repubblica e soprattutto come uomo, dotato di grande intelligenza e della capacità di anticipare soluzioni che la società ha poi fatte proprie.
Proverò a dare un’idea della sua opera attraverso alcune tra le iniziative che ha realizzato come rettore dell’Università di Siena e che testimoniano, più in generale, la sua attenzione al rinnovamento e al futuro dell’intero sistema universitario italiano.
Eletto rettore nel 1985, volle imprimere subito un vigoroso rinnovamento all’Ateneo senese, attraverso grandi innovazioni organizzative, una decisa apertura internazionale e specifiche azioni di comunicazione che hanno portato l’Università di Siena a essere riconosciuta tra le più antiche e prestigiose università d’Italia e d’Europa.
Uno dei passaggi innovativi e, per certi aspetti, rivoluzionari del suo rettorato, è l’aver dotato nei primi anni Novanta l’Università di Siena di un proprio Statuto, il secondo in Italia dopo quello di Bologna. Ricordando quell’esperienza, ha affermato: «è stato, in primo luogo, un mutamento di mentalità. Abbiamo chiesto e ottenuto autonomia perché siamo in grado di gestirci da noi e perché la libertà è il sale della scienza. […] Ma per pretendere e ottenere tutto ciò , dobbiamo essere noi severi con noi stessi. La libertà è faticosa, l’autonomia costa cara, perché è responsabilità. Dobbiamo allora imparare a darci le forme, gli strumenti e le istanze con cui verificare il modo in cui ci gestiamo».<
Da queste parole traspare la grande intuizione che egli ebbe tra gli anni Ottanta e Novanta riguardo la necessità e il modo di rinnovare il sistema universitario. L’autonomia ci ha offerto la possibilità di misurarci con la creazione di un nuovo modello di Università ma ha anche significato assunzione di responsabilità nei comportamenti, nei rapporti con i colleghi e con i pubblici esterni, nell’uso delle risorse, nel modo di insegnare e di rapportarsi agli studenti.
Seguendo queste linee programmatiche, Luigi Berlinguer ha lavorato a una espansione qualitativa, oltre che quantitativa, dell’Ateneo senese, in un progetto che privilegiava la centralità della ricerca scientifica e l’applicazione dei suoi risultati nella didattica, la diversificazione dei percorsi di studio e soprattutto la centralità dello studente. La sua idea, che si ispirava ai college anglosassoni, era che i giovani potessero avere un rapporto diretto con i propri docenti, spazi per il proprio studio personale e la possibilità di svolgere attività extracurriculari.
Queste parole testimoniano come Luigi Berlinguer abbia sperimentato e attuato a Siena i principi che hanno ispirato, in parte anche durante il suo ministero, la riforma del sistema universitario italiano.
A ciò si aggiunge la sua tensione verso orizzonti europei: «Noi abbiamo bisogno dell’Europa , affermava negli anni del suo rettorato , perché non possiamo soffocare in un ambiente troppo ristretto e limitato. […] I nostri laureati dovranno poter lavorare in Europa, non solo in Italia. Anche la ricerca non è più autarchica, non ha più confini. Abbiamo bisogno di avere dei laureati europei e una ricerca scientifica europea. Quello che può diventare europeo, come era nel Medioevo e anche nel Rinascimento, è il livello, la qualità. […] E questo livello, questa qualità, se la standardizziamo a livello europeo può diventare davvero la vera unificazione del titolo e del mercato. Dobbiamo riuscire a fare in modo che ogni università abbia un livello tale per cui l’altra, di un altro Paese, si fidi di quel livello e riconosca oggettivamente il titolo».
Ho voluto riportare le precise parole che pronunciò nel lontano 1990 per far comprendere quanto la sua idea di Università precorresse i tempi e quanto l’Università di oggi deve a un protagonista così importante della vita culturale e politica del nostro Paese.
Non posso concludere questo mio intervento senza ovviamente ricordare il complesso progetto che egli mise in atto per recuperare le testimonianze della storia dell’Ateneo senese e per tratteggiarne le vicende che l’hanno caratterizzata dal Medioevo dei Comuni all’Italia repubblicana. Un progetto che volle riunire, come in un mosaico, le tessere di un passato importante eppure talvolta dimenticato, recuperandone documenti, simboli e testimonianze, consapevole che“il tempo , come ebbe a dire nella sua relazione all’inaugurazione del 750° anno accademico della nostra Università , non invecchia un’istituzione culturale, anzi la rinforza, perché deposita esperienza, archivi, libri, sapere”.
Per tutto questo Luigi Berlinguer è nel cuore dei senesi e soprattutto dei docenti e del personale tecnico e amministrativo dell’Università di Siena e di tanti che allora giovani hanno avuto la fortuna di averlo come maestro e che oggi mostrano nei suoi confronti una grande stima e un grande affetto.
L’Università tutta , e, vorrei dire, in particolare quella di Siena che con lui ha lavorato negli anni della riforma , riconosce in lui un grande protagonista che ha saputo comprendere le richieste di rinnovamento della nostra Istituzione, unendo l’alta capacità del teorico alla forza del realizzatore.
(Premessa di Silvano Focardi, Rettore dell’Università degli Studi di Siena)
L’università di Sassari ha accettato con entusiasmo la proposta degli allievi e degli amici di promuovere, da parte degli Atenei di Siena e di Sassari, un volume di studi in onore di Luigi Berlinguer, in occasione del suo pensionamento. Nelle Università di Sassari e Siena si è infatti articolata la sua biografia scientifica e la sua attività accademica.
Berlinguer si è laureato nella facoltà di Giurisprudenza sassarese nel 1955 con la votazione di 110 e lode, con una tesi in Storia del diritto italiano sul ruolo dei consigli comunitativi logudoresi nei moti antifeudali del 1795-96, di cui era relatore il prof. Antonio Era, specialista di Storia delle istituzioni giuridiche della Sardegna. Nello stesso Ateneo, nel 1959, sarebbe diventato assistente ordinario di Storia del diritto italiano. Dopo la morte di Era, nel 1962, Berlinguer andò a studiare col professor Domenico Maffei, uno dei grandi maestri della filologia giuridica italiana, che lo volle come collaboratore presso l’Ateneo senese. Nel 1969 ricoprì a Sassari l’incarico di insegnamento di Esegesi delle fonti del diritto italiano e nel 1970 vinse il concorso a cattedra di Storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sardegna, che ricoprì insieme a quella di Storia delle istituzioni politiche, presso il neo-nato corso di laurea in Scienze Politiche, a cui diede un importante contributo per l’impostazione culturale e l’articolazione dei corsi. Berlinguer è stato un didatta eccezionale: i suoi“vecchi” studenti si ricordano ancora del suo insegnamento che si articolava in seminari nei quali gli allievi imparavano ad approfondire la disciplina, schedando il contenuto dei libri, stendendo relazioni specifiche, insomma crescendo culturalmente e scientificamente. Disponibilissimo con i suoi studenti nel dare consigli,stimolarli nelle curiosità culturali,orientarli nelle prospettive post-laurea.
Preside della facoltà di Giurisprudenza nell’a.a. 1972-73, si trasferisce a Siena dall’a.a. 1973-74, dove avrebbe ricoperto dal 1985 al 1993 la carica di Rettore, lasciando a Sassari un gruppo di giovani allievi, che avrebbero fatto una brillante carriera accademica e dato vita al dipartimento di Storia, una delle istituzioni scientifiche più apprezzate dell’Università sassarese.
Berlinguer è stato sempre legato alla sua Sassari, sia affettivamente, sia culturalmente: lo confermano i suoi studi e le sue ricerche di storia sarda, dalla biografia del giurista Domenico Alberto Azuni al coordinamento delle ricerche sui partiti politici sardi del Novecento, sino alla curatela insieme ad Antonello Mattone, del volume della Storia d’Italia, Einaudi, dedicato alla Sardegna che ha avuto un grande successo editoriale.
Anche in qualità di uomo politico,Berlinguer non si è dimenticato della sua Università.Dobbiamo al suo interessamento (e a quello del sottosegretario alle Finanze, Giorgio Macciotta) il contributo CIPE col quale si sono potuti avviare i lavori del Polo bio-naturalistico di Piandanna, alla periferia di Sassari, così come, da Ministro dell’Università e della ricerca scientifica durante il primo governo Prodi (1996-98) con un accordo di programma stipulato nel 1998 tra il MURST e l’Ateneo sassarese, ha consentito l’ottenimento di consistenti finanziamenti che hanno permesso la realizzazione di un ampio programma di edilizia universitaria che, in vario grado, ha interessato quasi tutte le strutture dell’Ateneo.
Non posso non ricordare in questa circostanza anche la competenza con cui Berlinguer ha svolto l’ufficio di Ministro e l’impulso dato alla riforma degli ordinamenti didattici,in un quadro più aderente al contesto europeo. La nostra Università è quindi orgogliosa di aver dato vita, insieme a quella di Siena, a questi due volumi di studi in suo onore: i numerosi saggi con i quali abbiamo partecipato (molti autori sono giovani studiosi) vogliono essere una vera testimonianza di stima e di affetto nei confronti del nostro Luigi.
Ringrazio per l’impegno profuso nella realizzazione di quest’opera la componente sassarese del Comitato redazionale, nelle persone del compianto Prof. Mario Da Passano, dei Proff.ri Guido Melis e Piero Sanna ed in particolare del prof. Antonello Mattone, delegato rettorale per le attività culturali e sociali e direttore del dipartimento di Storia.
(Premessa di Alessandro Maida, Rettore dell’Università degli Studi di Sassari)

collana: Università fuori collana, bic: JP, 2008, pp 2540
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isbn: 9788849819359