Guglielmo Ferrero

Le due rivoluzioni francesi

a cura di Alessandro Orsini

Cartaceo
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Perché i rivoluzionari, pur essendo animati dai più grandi ideali, hanno ucciso senza pietà? Perché le rivoluzioni degenerano in un bagno di sangue? Per quale motivo il sogno rivoluzionario della palingenesi assoluta produce il

Perché i rivoluzionari, pur essendo animati dai più grandi ideali, hanno ucciso senza pietà? Perché le rivoluzioni degenerano in un bagno di sangue? Per quale motivo il sogno rivoluzionario della palingenesi assoluta produce il Terrore di Stato? Sono questi gli interrogativi al centro di queste pagine. Guglielmo Ferrero giunse alla conclusione che le rivoluzioni francesi furono due. La prima – quella del 1789 – cercò di coniugare il principio di legittimità monarchico con le nuove aspirazioni di cambiamento sociale; la seconda – che culminò con la rivoluzione giacobina del 2 giugno 1793 – si propose di abbattere violentemente la monarchia e di sostituire il principio monarchico con quello repubblicano. Due rivoluzioni di natura diversa, l’una creatrice, l’altra distruttrice, si realizzarono contemporaneamente. Quella distruttrice offuscò e deviò le forze creative, paralizzandole e annientandole: «Sta qui il segreto della Rivoluzione francese, la chiave di tutte le sue contraddizioni. La prima rivoluzione – scrive Ferrero − è nata dal movimento intellettuale del secolo XVIII; la seconda è figlia della Grande Paura».