Eugenio Colorni

L’ultimo anno: 1943-44

Genesi di una prospettiva

a cura di Luca Meldolesi

Prefazione di Luca Meldolesi

Cartaceo
15,20 16,00

“Era pronto a farsi permeare da un pensiero e a sperimentarlo vivendolo, con simpatia, per impadronirsene. Poi talvolta lo invertiva, lo trasformava into something rich and strong, secondo le parole di Shakespeare. Se penso

“Era pronto a farsi permeare da un pensiero e a sperimentarlo vivendolo, con simpatia, per impadronirsene. Poi talvolta lo invertiva, lo trasformava into something rich and strong, secondo le parole di Shakespeare. Se penso a un’intelligenza sconcertante e miracolosa, capace di assorbire anche le superstizioni, anche l’astrologia o la magia, di trasformarle in un tesoro originale, penso a Eugenio Colorni”.
Guido Morpurgo-Tagliabue, “Ricordo di Colorni”, Arethusa, luglio-agosto 1945.

Eugenio “aborre da una federazione a fini economici e di potenza, combinata dalle diplomazie degli stati. Mentre vede una federazione in termini di movimento socialista, cioè che nasca dai popoli. Ed è quindi rivoluzionaria (così come aborre dai matrimoni combinati, o dalle unioni senza amore, dove si tende a strumentalizzare e ridurre a sé il diverso)”.
Luisa Villani Usellini, “Appunto rapidissimo”, senza data.

“Sartre, Levi-Strauss, Foucault sono ‘maitre à penser’. Eugenio era davvero l’opposto: un critico costante, indagatore, stimolatore. Che egli fosse nello stesso tempo ‘homme d’action’ e ‘penseur critique’ era forse la sua caratteristica speciale…”
Lettera senza data di Albert Hirschman ad Ursula Hirschmann Spinelli (inizio degli anni ’70).

“Il pensiero di Colorni era insomma un magma incandescente di prodigiosa genialità che avrebbe investito ogni ambito cui si fossero rivolti i suoi interessi intellettuali”.
Leo Solari, 18 maggio 2004.

“Ricordo Angelo, questo grande scienziato, questo grande studioso, questo grande combattente della libertà anche come un uomo squisitamente politico, eccezionalmente bravo nell’attività politica, nella propaganda e nell’insegnamento che, pur poco più anziano di noi, seppe darci”.
Giuliano Vassalli, 18 maggio 2004.