Francesco Trimarchi

Il camice strappato

“Sostanze e accidenti” nella medicina clinica

Cartaceo
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La promessa dell’impossibile e il fallimento del possibile sono fra gli aspetti più cocenti della crisi della medicina clinica che sembra caratterizzare l’era post-gemonica nella quale società e scienza sono appena entrate dopo la

La promessa dell’impossibile e il fallimento del possibile sono fra gli aspetti più cocenti della crisi della medicina clinica che sembra caratterizzare l’era post-gemonica nella quale società e scienza sono appena entrate dopo la decodificazione delgenoma umana.
È paradossale che la medicina clinica viva proprio in questa stagione ipertecnologica e gravida di speranza di salute, benessere, affrancamento della morte, una delle crisi più gravi della propria storia. Una crisi che nasce all’interno della medicina clinica che dovrebbe realizzare il possibile senza agitare utopie e alimentare speranze impossibili.
Il progresso tecnologico e il continuo innovarsi e perfezionarsi delle conoscenze hanno fatto accrescere la stratificazione del sapere medico e hanno sostituito molte certezze che si sono dimostrate vane. A questo travagliato rinnovamento del sapere avrebeb dovuto associarsi una parimenti travagliata rifondazione di una medicina clinica e terapeutica che tenesse conto del progresso delle conoscenze. La rifondazione dell’ars longa avrebbe dovuto passare per una parimenti radicale rifondazione della formazione del medico.
Formazione, formazione permanente, conoscenza e pratica professionale, medicina teoretica e metodologia clinica, tecnologie in diagnosi e terapia sono, a poco a poco, diventate strumenti e simboli, talora surrettizi, di una guerra per il controllo della politica della salute da parte diistituzioni e soggetti politici, burocratici, tecnici, culturali, assai disomogenei per anscita, cultura, missione e finalità. Il risultato di questa guerra è una crisi profonda della medicina clinica. Una crisi ingiustificabile, per uscire dalla quale ciscuno dei soggetti coinvolti nella guerra per il controllo del Camice, dovrebbe essere chiamato a una riflessione individuale che interagendo con altre riflessioni individuali potrebbe costruire quella riflessione collettiva e connettva che è alla base di ogni progresso.