Luciano Cavalli

Giulio Cesare, Coriolano e il teatro della Repubblica

Una lettura politica di Shakespeare

Cartaceo
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Luciano Cavalli, sociologo politico e storico del pensiero sociologico e politologico, legge il Julius Caesar e il Coriolanus di Shakespeare: due tragedie intensamente “politiche”.
Secondo questa lettura, le due tragedie costituiscono un incisivo intervento,

Luciano Cavalli, sociologo politico e storico del pensiero sociologico e politologico, legge il Julius Caesar e il Coriolanus di Shakespeare: due tragedie intensamente “politiche”.
Secondo questa lettura, le due tragedie costituiscono un incisivo intervento, con nuovi punti di vista e suggestive intuizioni, nella millenaria riflessione dell’Occidente sulla società umana. Sulla lotta per i beni della vita, come dato ultimo. Sui temi di fondo: l’ordine, il conflitto, il mutamento. Su specifiche questioni di vera attualità: il dilemma fra etica dei principi ed etica della responsabilità; l’identità e l’appartenenza; l’inclusione e l’integrazione di massa. E, soprattutto, la leadership e i comportamenti politici di massa.
In queste tragedie torna con forza l’equazione fra teatro e mondo degli uomini. In primo piano è la politica, intesa come teatro della lotta per il potere e, in specie, per il dominio sulla massa popolare, forza d’urto decisiva. Chi emerge come leader è, dunque, un “uomo di teatro”. La leadership esige recitazione continua. Policy è simulazione, dissimulazione e inganno. Ma il leader “ideale” vuole divenire anche l’autore, il regista e l’attore protagonista della rappresentazione continua del teatro politico. Perciò può farsi demagogo. E sempre sovrasta, nelle due tragedie, l’ombra temuta del tiranno.
La lettura dell’autore pone in evidenza i riscontri fra il pensiero moderno e la rappresentazione shakespeariana, che su alcuni punti ha anticipato la ricerca delle scienze sociali. Questa, peraltro, offre ormai strumenti per meglio comprendere e valutare, anche politicamente, dei comportamenti collettivi reinventati dal drammaturgo in modo mirabile – come i riti del tirannicidio e la violenza di massa, centrale nei due drammi.
La nuova lettura si contrappone alle letture teatrali che tuttora celebrano i riti del socialmente e politicamente corretto, ancorati in ideologie superate e in conflitti storici ormai conclusi. Cerca di cogliere significati più universali, proponendo nuove sfide intellettuali ed etiche per lo studioso, lo spettatore, il lettore di Shakespeare.