Augusto Ciuffetti

Un tempo, un tempo c’era un paese

«Teresa è una quercia secolare ben piantata nel suo paese svuotato, con radici salde e profonde. Se qualcuno o qualcosa, in passato, ha provato a portarla via, a tagliare quelle radici, esse sono sempre

«Teresa è una quercia secolare ben piantata nel suo paese svuotato, con radici salde e profonde. Se qualcuno o qualcosa, in passato, ha provato a portarla via, a tagliare quelle radici, esse sono sempre ricresciute più forti di prima, ostinate e nodose»

Un padre che non sente più la luce del mondo e un figlio in cerca della salvezza per sé e per l’intero universo. L’approdo in un paese sconquassato dal terremoto, sospeso tra un passato di memorie e un presente popolato da una umanità dolente e meno viva degli stessi morti del suo cimitero. Un quaderno lasciato in una vecchia casa come una reliquia da ritrovare, come lo spazio ideale di un rinnovato dialogo. Una moltitudine di persone in perenne conflitto con luoghi segnati da partenze e ritorni e dove, forse, si vorrebbe rimanere. Una scrittura sperimentale, rapsodica, ermetica, delirante e poetica al tempo stesso delinea il tentativo del giovane protagonista Giacomo di attraversare, come un equilibrista aggrappato ad un fragile filo sospeso nel vuoto, l’abisso dell’esistenza e della nostra società.

13,30 14,00
9,49 9,99
Pulisci
collana: Patipatisse, bic: F, 2024, pp 133, Italiano
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isbn: 9788849880663