Salvo Vitale

Peppino Impastato

Una vita contro la mafia

Peppino Impastato nasce a Cinisi, piccolo centro vicino a Palermo; rompe con il padre «…capo di un piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina

Peppino Impastato nasce a Cinisi, piccolo centro vicino a Palermo; rompe con il padre «…capo di un piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. È riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività… (scrive Peppino)», lo caccia di casa e lui, forte di una formazione comunista, avvia un’attività politico-culturale contro il silenzio e le diffuse connivenze mafiose. Dalla protesta in piazza ai giornali volanti, alle manifestazioni improvvisate, Peppino arriva infine all’uso politico di una radio, Radio Aut, emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e le sue scelte nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Dai microfoni della radio fa nomi e cognomi, denuncia interessi che ruotano intorno all’ampliamento dell’aeroporto di Punta Raisi, mettendo con le spalle al muro il boss Tano Badalamenti che, per ritorsione, ne commissiona l’assassinio. Il 9 maggio 1978 a Cinisi viene ritrovato il corpo senza vita di Peppino Impastato dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti, dopo quattro anni di processo, è condannato all’ergastolo come mandante e responsabile dell’omicidio di Peppino.

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Pulisci
collana: Storie, bic: JKVM, 2016, pp 324
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isbn: 9788849849035