Opere della collezione Carlo F. Bilotti Da Picasso a Warhol

a cura di Claudio Strinati e Rossella Vodret

Cartaceo
28,50 30,00

Questa esposizione acquista per me un significato speciale perché risveglia in me i ricordi e i sogni dell’infanzia che ho trascorso a Cosenza. Da bambino andavo spesso a trovare i miei nonni paterni a

Questa esposizione acquista per me un significato speciale perché risveglia in me i ricordi e i sogni dell’infanzia che ho trascorso a Cosenza. Da bambino andavo spesso a trovare i miei nonni paterni a Cosenza Casale. E quindi passavo davanti al convento di S. Agostino e al monumento dei fratelli Bandiera. Certo non avrei mai pensato che più di mezzo secolo dopo avrei esposto la mia collezione proprio qui al convento di S. Agostino, oggi completamente restaurato e ufficialmente aperto come museo. E non avrei mai immaginato di poter offrire ai giovani e ai bambini di oggi ciò che forse a me più di ogni altra cosa era mancata: l’opportunità di conoscere e di godere di quel piacere che solo l’opera d’arte può fornire.
Nessuna comunità può vivere ed evolversi senza attingere alle dimensioni più alte della creatività umana e senza un contatto diretto con l’arte del proprio tempo. Soprattutto alle nuove generazioni è necessario offrire il frutto del genio artistico del tempo in cui vivono. Da qui la scelta di offrire alla città di Cosenza per la prima volta una selezione di importanti opere dell’arte visiva contemporanea.
Per tutte queste ragioni la mostra che presentiamo vuole essere non soltanto un’espressione di gratitudine alla comunità, alla famiglia Bilotti, ai luoghi che mi hanno visto nascere e in cui affondano le radici della vita che ho costruito oltreoceano. Vuole essere anche, lo spero, l’inizio di una svolta nel senso di un arricchimento del bagaglio e delle opportunità offerte ai giovani nella loro formazione culturale e artistica. Per questo voglio esprimere la mia profonda gratitudine verso le autorità della nostra città, in particolare nei confronti di Rossella Vodret, la soprintendente ai Beni Culturali per la Calabria, e di Eva Catizone, sindaco di Cosenza, che mi hanno dato il loro pieno appoggio per la realizzazione della mostra.
Vorrei inoltre ringraziare mia moglie Tina e i nostri figli, Eric e Megan, che mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto nelle mie idee, anche quando, attraverso gli anni, vedevano passare in casa dozzine e dozzine di quadri che prima entravano e poi sparivano, lasciando il vuoto alle pareti e la tinta da rifare.
Sarebbe stato evidentemente difficile e costoso esporre la mia collezione nella sua totalità. Perciò in questa mostra abbiamo scelto un gruppo di opere rappresentative di quello che ho collezionato attraverso gli anni.
Per gli artisti più importanti abbiamo scelto più di un’opera, con l’obiettivo di consentire al visitatore di cogliere i periodi più interessanti di ognuno di essi.
Nella mostra ci sono tre opere di Picasso. Una del 1914, cioè del periodo cubista, la fase in cui si è sviluppato uno dei primi movimenti astratti del ventesimo secolo. Si tratta del Verre, un’opera in cui Picasso dimostra come sia possibile creare un nuovo linguaggio utilizzando anche materiali di uso quotidiano, in questo caso la carta da parati, per la realizzazione di un’opera d’arte. Un altro dipinto, la Nature Morte del 1938, testimonia invece il suo passaggio alla fase post-cubista, mentre il Buste de Femme, del 1953, è un ritratto di Francoise Gilot, la donna amata da Picasso in quel periodo della sua vita. Picasso, oltre a sintetizzare alcune tra le tappe più significative dell’arte contemporanea, ci ha anche raccontato la sua biografia attraverso le donne che ha amato e dipinto.
Le tre opere di Chagall sono tipiche e rappresentative del mondo di questo artista, costellato di reminiscenze della Russia con le sue favole e i suoi miti fra l’astratto e la fantasia.
Nelle opere di Mirò è evidente il simbolismo surrealista del grande artista catalano.
De Chirico è ben rappresentato nella mostra con alcune opere surrealiste , L’Archeologo del 1937 e l’Orfeo Solitario del 1973 , e inoltre con un’opera classica ispirata all’arte greca come il Cavaliere con Due Personaggi in Riva al Mare del 1937. Di questo stesso autore è anche esposto il dipinto Regate Storiche a Venezia del 1948, l’opera più importante del periodo barocco.
Di Andy Warhol abbiamo scelto un’opera che costituisce al tempo stesso un omaggio e una rivisitazione dello stesso De Chirico, The Two Sisters. Questa opera fa parte di una serie di immagini su De Chirico che io stesso ho commissionato a Warhol nel 1982. Inoltre viene esposto un’opera a cui sono particolarmente legato per ovvie ragioni. Si tratta di un ritratto di mia moglie Tina con nostra figlia Lisa, forse l’unico in cui Warhol ha dipinto due persone sulla stessa tela. L’opera Etruscan Scene insieme ai due disegni preparatori illustrano bene la tecnica del silkscreen usata da Warhol.
Le altre opere degli artisti in mostra, da Dalì a Max Ernest, da Chia a Clemente, da Leger a Dubuffet, da Fontana a Tapies, danno un’idea generale delle correnti più importanti del ventesimo secolo.
Ci sono molti tipi di collezionisti. Alcuni collezionano per un insaziabile desiderio di possedere, indipendentemente dai valori o dai meriti artistici degli oggetti. Altri collezionano opere d’arte per far sfoggio del loro potere e della loro ricchezza. C’è poi un altro tipo di collezionista , e io credo di appartenere a questo gruppo , che non ha un interesse specifico, ma che acquista perché viene attratto e stimolato dall’opera d’arte.
Questo tipo di collezionista non segue la moda del giorno, né cerca di creare una collezione limitata a un determinato periodo della storia dell’arte, ma acquista perché stimolato da una forza spirituale interna, da sentimenti ed emozioni che è difficile spiegare. Le acquisizioni diventano semplicemente un’espressione del suo gusto e del suo temperamento con tutte le sue oscillazioni e cambiamenti.
Credo che la mia collezione sia interessante soprattutto per la sua varietà. Non è stata guidata da un piano suggerito da curatori museali o da storici dell’arte. La collezione si è formata con le opere che ho acquistato perché si confacevano al mio gusto. La scelta degli artisti e delle opere è stata voluta e a volte pazientemente perseguita. Alcune correnti del Novecento sono state ignorate perché non mi davano le stesse emozioni di altre che ho vissuto e sentito profondamente. Io credo che uno dei vantaggi di un collezionista privato sia quello di poter esprimere delle preferenze. E di essere libero di cambiarle strada facendo seguendo il flusso dei mutamenti e le svolte che in qualche modo connotano il corso della propria vita.
Molti anni fa un mio amico critico d’arte mi ha chiesto quali fossero i miei pittori preferiti. Gli ho risposto:“Picasso e Mirò ”. Qualche anno dopo ho rivisto la stessa persona ad una mostra di Damien Hirst e mi ha rivolto la stessa domanda. Questa volta gli ho risposto:“Hirst e Warhol”. Quando mi ha ricordato la risposta che gli avevo dato qualche anno prima, gli ho spiegato che non penso alla mia collezione in termini di nomi, di correnti o di gruppi, ma come una scoperta continua di immagini e di nuove esperienze.
Vorrei quindi invitare il visitatore a scoprire ed ad ammirare ciascuna opera come ho fatto e continuo a fare con grande entusiasmo e piacere.
Carlo F. Bilotti

collana: Varia, bic: ACX, 2005, pp 154
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isbn: 9788849811360