Le forme e la storia ns XIII, 2020, 2

Forme di romanzi dall’Antico alle soglie del Moderno

a cura di Antonio Pioletti

Cartaceo
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Sommario

Forme di romanzi dall’Antico alle soglie del Moderno
Antonio Pioletti
Teorie del romanzo: contro gli stereotipi

L’autore passa anzitutto in rassegna le principali questioni critiche aperte circa il processo di formazione del romanzo,

Sommario

Forme di romanzi dall’Antico alle soglie del Moderno
Antonio Pioletti
Teorie del romanzo: contro gli stereotipi

L’autore passa anzitutto in rassegna le principali questioni critiche aperte circa il processo di formazione del romanzo, a partire dallo stesso paradigma interpretativo entro il quale collocarle e fino alla vexata quaestio delle cosiddette origini. Ritiene si debba fare riferimento a un processo di formazione di lunga durata e tramite diversi sondaggi (l’Odissea, il romanzo greco erotico, latino, tardoantico, francese medievale, il Filocolo di Boccaccio) tende a dimostrare che, al di là del “nome” che veniva dato a queste narrazioni, si è già in presenza di forme di romanzi. Apre infine a una verifica sulla collocazione, spesso trascurata, da riconoscere ai Vangeli canonici e apocrifi in siffatti processi di formazione.

The author initially considers the main critical questions that are currently open regarding the process of the development of the novel, beginning with the very interpretative paradigm within which they should be placed, reaching the vexata quaestio of what are known as the origins. He feels it is necessary to make reference to a long-lasting process of formation and through various enquiries (The Odyssey, the Greek erotic novel, Latin, Late Ancient, Medieval French, Boccaccio’s Filocolo) he seeks to demonstrate that, beyond the “name” that was given to these narrations, we are already in the presence of forms of the novel. He proceeds in conclusion to a consideration of the often neglected position that should be recognized of the canonical and apocryphal New Testaments in this process of development.

Giulio Vannini
Romanzo serio e romanzo comico nell’antichità

A partire da una definizione generale ricavabile dai principali testi “romanzeschi” e dalla percezione che di essi si aveva nell’antichità, il lavoro presenta un quadro aggiornato del romanzo antico, che . andato ampliandosi nel corso del Novecento grazie al rinvenimento di frammenti papiracei e allo studio di frammenti narrativi in demotico. Il contributo valorizza scoperte recenti e testimonianze antiche (come quelle sui Milesiaká di Aristide), per mostrare come la distinzione tra “romanzo serio” e “romanzo comico” – spesso accantonata a fronte della complessità tematica venuta alla luce con i papiri – sia di fondamentale importanza nell’approccio alla narrativa antica. Lo spirito serio o comico qualifica infatti ciascuna opera e determina il carattere fondamentale di storie anche molto diverse, ma formalmente analoghe, composte con temi ed elementi ricorrenti e virtualmente trasferibili in ogni tipo di narrazione. I due filoni iniziano a diffondersi, verosimilmente, nel tardo ellenismo e, come la tragedia e la commedia, hanno origini differenti: il primo presenta significative affinità con la storiografia, il secondo è caratterizzato dall’episodicità e da inserti narrativi divertenti. Successivamente le due tipologie sono entrate in contatto, influenzandosi reciprocamente per via di una vitale osmosi di tecniche e motivi narrativi: i risultati di questo interscambio sono già pienamente visibili nel I sec. d.C.

Starting from a general definition which relies on the main novelistic texts and on their perception in Antiquity, this contribution takes an updated look at the ancient novel, which expanded during the twentieth century thanks to the discovery of papyrus fragments and the study of narrative fragments in demotic. It makes use of recent discoveries and ancient evidence (such as those on the Milesiaká of Aristides), to show how the distinction between “serious novel” and “comic novel” – often disregarded due to the thematic variety observed in the papyri – is of primary importance in the approach to ancient fiction. A serious or comic spirit distinguishes each work and determines the character of stories which are notably different even when formally similar, and which are made up of recurring themes that are transferable to virtually any kind of narration. The genres of the serious novel and the comic novel begin to spread, probably, in late Hellenistic times. Like tragedy and comedy, they probably have different origins: the former shows significant similarities with historiography, the latter is characterized by episodic narration and amusing inserted tales. Both these traditions came into contact and influenced each other, exchanging narrative techniques and motifs: the results of this development are already entirely evident in the 1st century A.D.

Carolina Cupane
L’arte del romanzo a Bisanzio

Il saggio ripercorre l’evoluzione della scrittura romanzesca fiorita a a Bisanzio fra il XII e il XV secolo. I quattro romanzi del XII secolo pervenutici sono prodotto di ben noti letterati che scrivevano su committenza. Composti in lingua atticizzante, si rivolgevano a un pubblico di aristocratici e intellettuali che gravitavano intorno alla corte degli imperatori comneni. Gli ultimi secoli di Bisanzio ci hanno tramandato una serie di storie d’amore e di avventure anonime, scritte questa volta in una forma linguistica che si suole definire volgare. Alcuni di questi testi sono indubbiamente sorti in ambito aristocratico e dimostrano di conoscere la tradizione narrativa precedente, che arricchiscono incorporando motivi di svariata provenienza, occidentale come orientale. In una seconda fase, anche intere storie, appartenenti al ricco patrimonio narrativo dell’Occidente medievale furono adattate in greco volgare, probabilmente in zone periferiche, ormai sotto il dominio occidentale.

The essay aims at outlining the development of novelistic writing in Byzantium between the 12th and the 15th Centuries. In the 12th Century four novels were written in an archaizing form of Greek. All of them were penned by well-known authors, writing in close proximity of the imperial court, and addressed a high educated audience. As for the plot, these works rely heavily on the ancient romance tradition. The last centuries of Byzantium have passed down to us several anonymous love-and-adventure stories, written in a linguistic register we usually call vernacular. Some of the texts were written in a court-oriented milieu and were well aware of the earlier narrative tradition, but they also incorporated some motives, and even whole episodes, which they took over from both the western and the eastern narrative pool. As time went on, some exceedingly widespread, mostly western stories were also adapted in Greek vernacular. These adaptations were probably made in peripheral zones under Western rule.

Anatole Pierre Fuksas
Storia, mito e rispecchiamento esemplare nel romanzo medievale in versi

Il contributo ambisce a mostrare come, sottraendo l’oggetto della narrazione storiografica alla sua dimensione propriamente storica mediante l’adozione di un principio di verità esemplare che trascende il piano letterale, il romanzo apra le porte all’idea che più o meno “chiunque” possa divenire protagonista di una storia meritevole di essere raccontata, caratteristica  dell’adesione al genere nei suoi sviluppi moderni e (soprattutto) contemporanei. I vari argomenti proposti a proposito del Tristan di Thomas, del romanzo di Cligés di Chrétien de Troyes, nonché dei romanzi provenzali di Jaufre e Flamenca mostrano come, mantenendosi in precario equilibrio tra estoire e fable, il romanzo medievale in versi narri vicende che possono essere intese come vere sul piano letterale, ma configurano al contempo un esempio generalizzabile. Il suo significato trascende la verità letterale dei fatti narrati, dunque la dimensione storica, per proiettarsi in una atemporale grazie ad un meccanismo di generalizzazione esemplare, del quale gli autori (e in taluni casi anche i personaggi) si dimostrano apertamente consapevoli.

This paper aims to show how the medieval verse romances throw open the door to the idea that more or less “anyone” can be the protagonist of a story worthy of being told, which becomes a typical feature of modern and contemporary novels. The discussion of some specific episodes from Thomas’ Tristan, Chr.tien’s Cligès and the proven.al romances of Jaufre and Flamenca shows that medieval verse romances maintain a precarious balance between estoire and fable, narrating events which can be understood as literally true, offering at the very same time an exemplum of some “universal truth”. Hence, the general “meaning” of the romances transcends the historical truth of narrated facts, so as to project itself into a somewhat “mythical” dimension.

Arianna Punzi
Narrare, spiegare, civilizzare: quando il romanzo sceglie la prosa

Il contributo si concentra sulla fase fondativa del romanzo in prosa nel XIII secolo sottolineando in particolare la tendenza alla costruzione di una summa capace di inglobare aspetti diversi della tradizione letteraria. Inoltre si mettono in luce due tendenze: l’una quella di proporre un libro capace di farsi veicolo di civiltà; la seconda, ad essa connessa, una tendenza didascalica a fornire ed esplicitare conoscenze.

The essay focuses on the period of foundation of the romance en prose in the XIIIth c., and in particular on its most distinctive feature of aiming at constituting a summary embracing the various aspects of contemporary literary traditions. As a consequence, medieval prose romance would also entail a strong didascalic nature and a desire to present itself as conveyor of the values cherished and shared by contemporary society. Both these aspects are also discussed.

Gaetano Lalomia
Il processo di formazione del romanzo nella Castiglia medievale: tra agiografia e cavalleria

Il contributo cerca di offrire un quadro del romanzo medievale in lingua castigliana, cercando di individuare il processo di formazione che ha condotto alla genesi e allo sviluppo del genere narrativo prima dell’apparizione del Quijote cervantino.

The contribution tries to offer a picture of the medieval novel in Castilian language, trying to identify the training process that led to the genesis and development of the narrative genre before the appearance of the Cervantes’ Quijote.

Anna Bognolo
Il romanzo spagnolo del Rinascimento

Si intende attirare l’attenzione sul ruolo europeo giocato dal romanzo cavalleresco spagnolo, vero best seller del Rinascimento. Nel momento dell’introduzione della stampa, il romanzo divenne merce per un pubblico di tutti gli strati sociali, sostenne la crescita dell’alfabetizzazione e la nuova abitudine alla lettura silenziosa. La Penisola Iberica produsse un centinaio di nuovi romanzi d’amore e d’avventura, una cifra formidabile tra cui spiccano i cicli di Amadís de Gaula e di Palmerín de Olivia. Il meraviglioso, le tecniche narrative sorprendenti, i giochi metanarrativi, la dilatazione in prequel e sequel, si trasmisero alla narrativa posteriore. I libros de caballerías furono un genere multiforme che incantò persone colte e illetterate e fornì una cornice accogliente all’immaginazione di Cervantes. Oggi, senza pregiudizi moralistici e anacronistici, possiamo studiare l’eredità che hanno lasciato alla storia del romanzo.

We intend to draw attention to the European role played by the Spanish romance of chivalry, the true best seller of the Renaissance. At the time of the introduction of the printing press, romance became a product for an audience of all social levels, supported the growth of literacy and the new habit of silent reading. The Iberian Peninsula produced a hundred new romance, a formidable figure among which the cycles of Amadís de Gaula and Palmerín de Olivia stand out. The use of marvel, the surprising narrative techniques, the metanarrative games, the expansion in prequel and sequel, were transmitted to the later narrative. Libros de caballerías were a multifaceted genre that enchanted educated and illiterate people and provided a suitable location to Cervantes’ imagination. Today, without moralistic and anachronistic prejudices, we can study the legacy they have left to the history of the novel.

Giancarlo Alfano
Un romanzo in forma di elegia. Intorno al cronotopo e al monolinguismo della Fiammetta

Il saggio utilizza la categoria bachtiniana di “cronotopo” per interpretare l’Elegia di madonna Fiammetta come romanzo. L’analisi dei rapporti spaziotemporali dell’opera boccacciana consente infatti di ricondurre la matrice stilistica elegiaca all’interno delle strutture del romanzo sentimentale europeo, di cui anzi essa può essere considerata come un capostipite.

Discussing Bachtin’s notion of chronotope, this essays suggests to read Boccaccio’es Elegia di madonna Fiammetta as a novel. Analysis of chrono-topical relations shows that elegiac style is coherent with the formal devices of European sentimental novel, whose birth can be ultimately dated back to this Boccaccio’s masterwork.

Mirella Cassarino
Modi narrativi “romanzeschi” nella letteratura araba premoderna: alcuni sondaggi

In questo contributo si intende presentare una riflessione sulle forme del “romanzo” nella letteratura araba premoderna. Adottata una prospettiva di “modo” e non di “genere” e individuate alcune “costanti”, che conferiscono un carattere “romanzesco” a testi ascrivibili a generi letterari differenti, l’analisi viene condotta sul Kitāb al-i‘tibār di Usāma ibn Munqidh, sulle Maqāmāt di al-Hamadhānī e su una storia delle Mille e una notte che è un esempio interessante di “romanzo d’amore”.

In this article we intend to present a reflection on the forms of the “novel/romance” in pre-modern Arabic literature. By adopting a perspective of “mode” and not of “genre”, and identified some “constants” which give a “romance” character to texts ascribable to different literary genres, the analysis is conducted on Usāma ibn Munqidh’s Kitāb al-I‘tibār, on Hamadhānī’s Maqāmāt and on a story of the Thousand and One Nights which is an interesting example of “love romance”.

Lorenzo Casini
Il romanzo arabo e le problematiche soglie del Moderno

Le storie del romanzo arabo del Novecento sono state influenzate dalle concettualizzazioni dominanti del Nahda (la Rinascita culturale araba) che hanno individuato nella spedizione napoleonica del 1798 e nella diffusione del nazionalismo territoriale due soglie paradigmatiche della modernità. Alla luce delle recenti rivalutazioni critiche del Nahda, emergono nuove prospettive sullo sviluppo del romanzo arabo del Novecento che mettono in discussione i resoconti teleologici precedenti. Il saggio tratta i contributi recenti sulle traduzioni della narrativa di genere e la rilevanza del sentimentalismo e fornisce una lettura originale de Hadīt ‘Īsā Ibn Hišām.

Histories of the nineteenth-century Arabic novel have been influenced by dominant conceptualizations of the Nahda (the Arab cultural Renaissance) which individuated in the Napoleonic expedition of 1798 and the spread of territorial nationalism two paradigmatic thresholds of modernity. In the light of recent critical reassessments of the Nahda, new perspectives on the development of the nineteenth-century Arabic novel are emerging which question earlier teleological accounts. This article discusses recent contributions on the translations of popular fiction and the social-political significance of sentimentalism and provides an original reading of Hadīt ˉ ‘Īsā Ibn Hišām.

Cristina Cabani
Dire e non dire: la metafora erotica nell’Orlando furioso

Il saggio analizza una nutrita serie di metafore ‘erotiche’ all’interno dell’Orlando furioso per mettere in luce sia il particolare ruolo di trait d’union che immagini ed espressioni ricorrenti e allusive alle manifestazioni fisiche del sesso assolvono, collegando fra loro, a distanza, personaggi e situazioni del poema; sia la loro funzione di spia di una particolare concezione, fondamentalmente pessimistica, del rapporto amoroso in generale.

The essay analyses an abundant series of ‘erotic’ metaphors within the Orlando furioso with the aim of bringing to light both the particular role as trait d’union served by recurrent images and expressions, allusive to physical manifestations of sex and linking distant characters and situations in the poem, together with their function as indicators of a particular conception, a fundamentally pessimistic one, of loving relations in general.

Tavola rotonda
Vangeli e narrazione
Antonio Pioletti, Su Vangeli e narrazione
Rossana Barcellona, Religione fra narrazione e storia. Riflessioni a margine di un libro recente: C. Augias-G. Filoramo, Il grande romanzo dei Vangeli, Einaudi, Torino 2019
Jean Noël Aletti, Les évangiles et le récits (grecs) anciens
Giovanni Filoramo, I vangeli come racconto

collana: Riviste, bic: H, 2020, pp 308
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isbn: 9788849864502