“Le donne di domani”: esperienza educativa dell’AGI in Calabria
Prefazione di Pietro Borzomati
Cartaceo
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Approdato in Calabria all’inizio degli anni Sessanta, lo scautisino cattolico femminile si presentava come un fenomeno giovanile orientato a scommettere sul protagonismo delle ragazze non per una scelta ideologica, ma in virtù di un
Approdato in Calabria all’inizio degli anni Sessanta, lo scautisino cattolico femminile si presentava come un fenomeno giovanile orientato a scommettere sul protagonismo delle ragazze non per una scelta ideologica, ma in virtù di un metodo educativo fortemente proiettato verso l’autonomia dell’individuo, l’affermazione di valori comunitari, la valorizzazione pedagogica dell’esperienza. Marginale rispetto alla dinamica associativa nazionale, il guidismo calabrese diede tuttavia un contributo originale alla formazione delle élites femminili locali: esso offriva una risposta impegnativa e motivante a una forte domanda di novità, di autenticità di esperienze e di rapporti, di profondità della prospettiva pedagogica. Più che alla memoria condivisa del movimento, quella che il guidismo calabrese ha da raccontare è una storia significativa rispetto alla modernizzazione del binomio genere educazione nel Meridione d’Italia.
Alle guide e ai loro coetanei la Calabria di quegli anni non offrì come scenario di impegno il Sessantotto studentesco e operaio, con tutte le sue propaggini ben note e radicate nella memoria e nell’immaginario collettivo. Ma l’esperienza educativa dei guidismo calabrese non maturò nel deserto, e se le ragazze non tardarono ad agirne la dimensione intrinseca di protagonismo giovanile ciò si deve solo in parte a quel che lo scautismo muoveva per forza propria, o a quelle formedi contaminazione, veicolate dai consumi culturali o dai media, che fecero partecipi del clima del Sessantotto anche quei giovani che le università non le occupavano. Le giovani donne che parteciparono in quegli anni alle attività scout, trovando poi occasioni e strumenti per mettere in pratica nelle proprie città quanto avevano imparato, avrebbero conservato la sensazione di aver preso parte, anche grazie allo scautismo, a un momento di risveglio e di presa di coscienza che le coinvolgeva direttamente in quanto giovani, in quanto cristiane, in quanto donne del Sud.