Francesco Masciari

La scienza giuridica meridionale della Restaurazione. Codificazione e codici nell’opera di Giuseppe Amorosi

Prefazione di Alberto Scerbo

Cartaceo
15,20 16,00

Il bel lavoro di Francesco Masciari su Giuseppe Amorosi inaugura una collana di volumi dedicati alla Cultura giuridica meridionale tra XVIII e XIX secolo, che si pubblica sotto gli auspici del Dipartimento di Diritto

Il bel lavoro di Francesco Masciari su Giuseppe Amorosi inaugura una collana di volumi dedicati alla Cultura giuridica meridionale tra XVIII e XIX secolo, che si pubblica sotto gli auspici del Dipartimento di Diritto dell’Organizzazione Pubblica, Economia e Società dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.
Questa iniziativa nasce dall’idea che l’Università debba proporsi sempre più come autentico strumento di cultura, capace di contribuire allo sviluppo intellettuale e spirituale del territorio nel quale si radica. Un’attività che deve coniugare la rigorosità scientifica degli studi con le esigenze di crescita della comunità, senza rinunciare agli strumenti tradizionali di lavoro, ma dimostrando un’attenzione più particolare alle esigenze e alle richieste concrete provenienti dal contesto ambientale nel quale svolge la propria attività.
Per questo motivo è stata compiuta la scelta di trattare il pensiero e l’opera di giuristi, filosofi del diritto ed economisti meridionali vissuti nel periodo compreso tra Settecento ed Ottocento, privilegiando innanzitutto, e soprattutto, le figure di autori calabresi, misconosciuti o caduti nell’oblio, ovvero ricordati in modo del tutto superficiale.Il riferimento a quest’epoca ha un preciso significato teorico, in quanto rappresentativa di fondamentali rivolgimenti storici, ma anche espressiva di grande fervore intellettuale. In campo giuridico si assiste all’apoteosi del giusnaturalismo moderno e all’espansione delle idee illuministiche, con i conseguenti risvolti in ordine ai problemi politico-giuridici relativi all’assetto degli Stati, alla nascita del costituzionalismo ed allo sviluppo della tematica concernente i diritti umani. Le spinte restauratrici provocano, per altro verso, ulteriori riflessioni sui rapporti tra diritto e potere, ed impongono un rinnovato impegno, sia pure con connotazioni diverse, da parte dei giuristi. Si avvia, inoltre, il processo di codificazione, con quel che ne deriva per quanto riguarda le dispute sulla struttura e i caratteri costitutivi del diritto. Giungono a maturazione le riflessioni su questioni giuridiche fondamentali e su problematiche politiche, sociali ed economiche di carattere operativo. In tutte queste vicende si coglie la partecipazione attiva, spesso in posizioni di primissimo piano, di giuristi calabresi. Di più, il turbinio di idee e di meditazioni che attraversa questi due secoli tocca in modo diretto anche i pensatori calabresi, che diventano protagonisti del dibattito culturale, proponendosi in alcune circostanze, ed in campi differenti, come veri e propri innovatori. Lungi dal voler svolgere un’azione di mera esaltazione localistica, si è inteso, invece, avviare una ricerca critica su questi autori, al fine di comprendere il reale significato del loro pensiero, il valore sostanziale delle loro opere, nonché il ruolo da essi rivestito nella cultura giuridica, filosofica e politica della modernità. Senza ripiegamenti sul passato, ma con un chiaro intento speculativo anche sui temi ed i problemi del nostro tempo e della nostra realtà meridionale.La collana si propone, così, lo scopo di consentire questa ri-scoperta, attraverso la pubblicazione di brevi opere o di miscellanee di saggi, non più reperibili, precedute da un’ampia introduzione critica, affidata di volta in volta a storici e a filosofi del diritto, a giuristi positivi ed a storici dell’economia. Nella consapevolezza che ciò costituisce un modo per realizzare l’unità sintetica di soggetto ed oggetto, il rapporto dialettico di teoria e prassi, l’incontro compositivo di istituzioni e comunità. L’impulso più forte che, in quanto produttivo di autentica“comunione spirituale”, ci spinge a continuare ad amare lo studio e la ricerca.
(dalla Prefazione)