Caterina Di Maio

Il concetto di intenzione nella filosofia analitica

Cartaceo
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Che cos’è un’intenzione? Qual è il suo rapporto con l’azione? Attraverso un’analisi fenomenologica dell’intenzione a partire dalle riflessioni del secondo Wittgenstein sul significato dei termini mentalisti, vengono qui ripercorse le varie teorie analitiche (di

Che cos’è un’intenzione? Qual è il suo rapporto con l’azione? Attraverso un’analisi fenomenologica dell’intenzione a partire dalle riflessioni del secondo Wittgenstein sul significato dei termini mentalisti, vengono qui ripercorse le varie teorie analitiche (di G.E.M. Anscombe e Donald Davidson in particolare) che hanno posto al centro del dibattito filosofico contemporaneo sull’agire il ruolo dell’intenzione come elemento fondamentale nella genesi e nella spiegazione del comportamento umano, con particolare riferimento agli sviluppi che, in Gilbert Harman e Michael Bratman, hanno condotto all’elaborazione della cosiddetta Planning Theory dell’intenzione, che, sottolineandone gli aspetti dinamici e diacronici, costituisce oggi il più articolato e sofisticato modello di ragionamento pratico e razionalità strumentale (o mezzo-fine) tipico dell’agire umano.

Indice

Introduzione

1. Dal linguaggio all’azione. La teoria dell’intenzione di Anscombe e la svolta di Davidson
1. Dal significato come uso alla teoria dell’azione
2. L’intenzione nella prassi e le sue forme La problematica dell’intenzione e la teoria dell’azione di Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe
3. La svolta causalista della teoria dell’intenzione di Donald Davidson

2. La teoria dell’intenzione di Donald Davidson tra intenzionalità, spiegazione e deliberazione 
1. Ontologia, esplicazione e intenzione in Actions, Reasons and Causes. La teoria causale e “l’intenzione con cui”
2. Il ragionamento pratico e gli aspetti deliberativi. L’introduzione dei giudizi valutativi e l’akrasia
3. Il ruolo dell’intenzione come contenuto proposizionale di un giudizio all-out e la formula della valutazione provvisoria

3. Dal Desire-Belief Model al Belief-Desire-Intention Model. La dimensione temporale dell’intenzione in Bratman e Harman
1. La critica bratmaniana: l’inizio di un percorso post-davidsoniano
2. La replica di Davidson
3. Dal desire-belief model al belief-desire-intention model: l’importanza della ritrattabilità per un accordo via Aristotele
4. Davidson e la sistematizzazione delle intuizioni di senso comune
5. Harman e la Planning Theory ante litteram

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